SIRIA, Onu: la diplomazia punta su Brahimi

NEW YORK  – Nei corridoi del Palazzo di vetro circola già il nome di Lakhdar Brahimi come probabile successore di Kofi Annan a inviato speciale di Onu e Lega Araba in Siria. Algerino, 78 anni, Brahimi ha già ricoperto in passato numerosi incarichi di altissimo livello in veste di inviato speciale delle Nazioni Unite nei punti più caldi del pianeta, oltre ad avere mediato in diversi conflitti, come quello afghano e sul fronte iracheno.

Già da ieri il suo nome era circolato come una delle ipotesi probabili per l’incarico, insieme all’ex capo dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea), l’egiziano Mohamed El Baradei. Ora – come riferito da fonti diplomatiche interne all’Onu – pare che Brahimi sia in ‘pole position’, nonostante si stia ancora lavorando sulla nomina. In un discorso oggi alle Nazioni Unite, Brahimi ha lanciato un appello al Consiglio di Sicurezza affinchè tale organo e gli Stati della regione mediorientale si trovino uniti per permettere il prima possibile una ”transizione politica” in Siria.

– Milioni di siriani reclamano la pace – ha detto – e le grandi potenze non possono più restare divise e ignorare la loro.

Brahimi è considerato uno degli ‘Elders’, (gli ‘anziani’) del Palazzo di Vetro, alla stessa stregua dell’ex presidente Usa Jimmy Carter, l’arcivescovo Desmond Tutu o l’ex presidente finlandese e premio Nobel per la Pace Martti Ahtisaari. Tra gli incarichi che ha assunto, quello di alto funzionario della Lega Araba tra il 1984 e il ’91 – quando ha contribuito all’accordo per la fine della guerra civile libanese -, di ministro algerino degli Esteri tra il ’91 e il ’93, per due volte quello di inviato Onu in Afghanistan (1996-98 e 2001-2004) e di inviato Onu ad Haiti e in Sudafrica. Nel 2033 ha anche condotto un ruolo significativo in Iraq dopo l’invasione americana. Due anni dopo è andato in pensione, prima di accettare nel 2009 di dirigere un gruppo di esperti indipendenti che si occupa della sicurezza del personale dell’Onu.

Il compito che Brahimi si trovera’ ad affrontare non è per nulla semplice: il conflitto siriano sta entrando in una fase cruciale, dove il presidente Bashar al Assad sta impiegando tutte le sue forze di sicurezza per stroncare una ribellione che dura da 17 mesi e che ha causato più di 20 mila morti, secondo le stime degli attivisti anti-regime. Solo una settimana fa l’ex segretario generale delle Nazioni Unite e vincitore di un premio Nobel per la pace, Kofi Annan, aveva annunciato le sue dimissioni da inviato speciale, impossibilitato a svolgere il suo compito di fronte all’estremo stallo del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il suo piano di pace in Siria, che prevedeva il cessate il fuoco, il ritiro militare e una transizione democratica è di fatto restato lettera morta.

L’ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, Susan Rice, non ha nascosto le preoccupazioni legate al lavoro di cui dovrà occuparsi il successore di Annan.

– E’ un compito molto difficile, che Kofi Annan ha svolto in maniera impeccabile – ha affermato la Rice – . E’ normale che alla fine abbia provato frustrazione”.

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