I ‘Falchi’ tedeschi all’attacco ma Merkel difende Draghi e la Bce

BERLINO – Le voci più radicali del dissenso tedesco alle politiche europee della cancelliera attaccano Draghi. L’obiettivo, però, è sempre Angela Merkel. I cosiddetti ‘falchi’ hanno sparato a zero contro la Bce, ridotta ormai ad una ‘’bad bank’’, invocando un diritto di veto per la Germania a Francoforte. La cancelliera ha replicato da Ottawa: la Bce è ‘’completamente in linea’’ con il governo tedesco. Acqua sul fuoco, dalla visita ufficiale in Canada, che dimostra come non venga sottovaluto il potere esplosivo di dichiarazioni che provengono da frange estremiste della sua stessa coalizione in piena crisi dell’eurozona.
Monta intanto la tensione in Europa, con la minaccia dei socialisti olandesi che, in testa nei sondaggi, annunciano, in caso di vittoria alle elezioni del 12 settembre, l’intenzione di sottoporre il fiscal compact a un referendum. E la richiesta del ministro degli Affari Esteri austriaco di prevedere un meccanismo di uscita dall’euro, che fino ad oggi non sussiste nei trattati, per i Paesi che non rispettano gli impegni.

– Abbiamo bisogno di trovare un mezzo che ci consenta di espellere qualcuno dalla zona euro – ha detto Spindelegger in un’intervista al quotidiano Kurier.

Tale meccanismo, ha spiegato, rafforzerebbe la fiducia dei mercati nella zona euro ed è già sostenuto da Germania, Lussemburgo, Olanda e Finlandia. L’agenda dei leader europei per le prossime settimane è gia fittissima, con ben tre bilaterali a strettissimo giro nella capitale tedesca: Francoise Hollande è atteso giovedì 23, il premier greco Antonis Samaras il 24 – il giorno dopo sarà a Parigi – e l’arrivo di Mario Monti è in calendario il 29 agosto. La Merkel, dal canto suo, andà’ il 6 settembre a Madrid.

Non poteva essere più caldo insomma il rientro dalle ferie per la Bundeskanzlerin, che ha trovato l’assedio dei più intransigenti, in un clima ormai sempre più platealmente elettorale. Clima che vede crescere evidentemente aspettative delle diverse anime dei partiti, fuori e dentro l’esecutivo. Già l’altro ieri si era sollevata la voce del settantaduenne Josef Shlarmann contro la ‘zarina’ della Cdu, che avrebbe ridotto il partito a un ‘sistema’, dove fa carriera solo chi è d’accordo con lei. A difenderla dai colpi di coda di uno dei suoi vecchi oppositori è il presidente dell’Assia Volker Bouffier.

– Quello di cui non abbiamo affatto bisogno – ha detto – è il risveglio dei conservatori, bollati peraltro come ‘’nani’’ dalla Bild.

Ad attaccare Draghi, aspramente, dall’Handelsblatt on line, sono stati invece Klaus-Peter Willsch, della Cdu, e l’euroribelle liberale Frank Schaeffler.

– Serve una nuova regolamentazione del peso dei voti nelle sedi decisionali Bce in proporzione alle responsabilità – ha detto l’esponente Cdu, secondo il quale la Bce con Draghi si sarebbe allontanata dal suo mandato, per trasformarsi ‘’in un finanziatore di Stati e in una bad bank’’. E la Germania, ‘’come creditore principale, dovrebbe ottenere in tutte le questioni diritto di veto’’, è il corollario.

La durezza dei toni è tale da far impallidire l’attacco di un dissidente, energico e ormai noto alle cronache europee.
– Che il voto di Cipro e Malta conti quanto quello tedesco è un errore di costruzione – ha commentato Schaeffler.
Nei fatti, a partire dal 2010, vi è stata una ‘’riforma silenziosa’’: ‘’Le regole sussistono formalmente ma sono state stravolte a tal punto nella prassi da essere irriconoscibili’’. Ha rincarato la dose anche il delegato al Bilancio Spd, Carsten Schneider, che pure chiede alla Bce di tornare al cuore del suo mandato. Già ieri aveva criticato le politiche di salvataggio, carissime per la Germania, che rischia di dover contribuire con esborsi ‘’fino a 1000 miliardi di euro’’. Nel conto non ci sono solo i pacchetti per Atene e fondi salvatati, ma anche le transazioni attraverso la Bce.

‘’Finanziare il deficit attraverso la Bce è la strada peggiore. La Merkel la percorre per evitare di dover chiedere al Parlamento nuovi voti su misure ulteriori di condivisione del debito’’. Ecco chiarita l’idea di fondo che sta deviando anche il ‘fuoco amico’ della Merkel sull’Eurotower.

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