Palazzi crede a Masiello, chieste condanne per Bonucci e Pepe

ROMA – “Siamo chiamati a un lavoro oneroso, ma cercheremo di mantenere l’impegno di far uscire il dispositivo entro domani (oggi, ndr)”. Al termine della ‘due giorni’ nel Foro Italico, a Roma, è lo stesso presidente della Corte di giustizia federale, Gerardo Mastrandrea, a dettare i tempi della pubblicazione dei verdetti sul processo d’appello per il Calcioscommesse. I vari Conte, Bonucci, Pepe, Portanova e Di Vaio, conosceranno tra poche ore il proprio destino. La Corte, infatti, si è chiusa subito in camera di consiglio per decidere sui ricorsi relativi al procedimento del filone d’inchiesta barese, di cui si è trattato ieri, ma anche di quello cremonese affrontato in aula lunedì.

Dopo il tecnico della Juve, Antonio Conte, che potrebbe ottenere uno sconto di due mesi alla squalifica di 10 inflitta dalla Disciplinare, è stata la volta di Bonucci e Pepe. Palazzi ha impugnato i loro proscioglimenti, facendo mettere agli atti alcuni articoli che attestano la “validità delle dichiarazioni di Masiello, intrinseca ed estrinseca”, “nell’impossibilità di poter produrre i verbali di Lanzafame e Masiello nella loro integrità, per non intralciare il lavoro della Procura di Bari”. Una credibilità che la Disciplinare non ha ritenuto dimostrata nella presunta combine di Udinese-Bari del maggio 2010. Palazzi ha chiesto la condanna di tutti i tesserati coinvolti: gli ex baresi Bonucci (in subordine agli originari tre anni e sei mesi, la richiesta è di un anno per omessa denuncia), Salvatore Masiello e Nicola Belmonte, l’ex Udinese Pepe che trascinerebbe per responsabilità oggettiva anche il club friulano (rischia ammenda 50 mila euro). “Andrea Masiello si contraddice e non dice la verità – ha ripetuto Gian Pietro Bianchi, legale del difensore juventino -. Bonucci è una persona credibile, come ha detto la Procura di Bari, che non lo ha mai indagato, ma lo ha ascoltato soltanto come persona informata sui fatti”. “Non c’è la prova della telefonata fatta da Salvatore Masiello – ha sottolineato Luigi Chiappero, avvocato di Pepe -. La ricostruzione non quadra”. Grazie al tabulato di una telefonata tra il difensore del Bologna, Daniele Portanova, e l’ex capitano dei felsinei, Marco Di Vaio, Palazzi dovrebbe ribaltare la sentenza di I Grado, puntando alla condanna di entrambi (3 anni per Portanova, 1 per Di Vaio), ottenendo la penalizzazione di 2 punti e un’ammenda di 50 mila euro per il club emiliano.

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