Pussy Riot: le due musiciste ricercate sono fuggite

MOSCA – Le due componenti della punk-band russa Pussy Riot ricercate dalla polizia per la ‘messa’ nella principale cattedrale di Mosca sono “fuggite dal Paese”: lo si legge in un tweet della band.

Lo scorso 17 agosto il tribunale di Mosca ha condannato tre membri del gruppo a due anni di prigione. La sentenza ha scatenato proteste e manifestazioni in tutto il mondo. Gli avvocati difensori delle tre condannate ricorreranno in appello questa settimana. A proposito delle due ragazze scappate, Pyotr Verzilov, marito di Nadia Tolokonnikova ha dichiarato poco fa che anche loro avevano partecipato alla ‘preghiera punk’ nella basilica del Cristo Salvatore. “Si trovano in un posto sicuro, fuori dalla portata della polizia russa”, ha detto lasciando intendere che si trovino in un paese che non ha accordi di estradizione con la Russia. “bisogna ricordare però che nel paese ci sono ancora 12 o 14 membri del gruppo che partecipano attivamente, è un grande collettivo”, ha aggiunto il marito di colei che è diventata ormai ‘testimonial del gruppo e icona pop.

La controversa sentenza che condanna al carcere tre ragazze della band Pussy Riot fa breccia nella politica. Un dirigente del partito putiniano Russia Unita a San Pietroburgo è stato invitato a dimettersi dopo aver criticato la condanna a due anni delle tre ‘Pussy Riot’ per la preghiera anti Putin nella cattedrale di Mosca e le recenti leggi e iniziative che limitano l’attività dell’opposizione. Lo riferisce il sito Lenta.ru. Si tratta di Valeri Fedotov, 42 anni, imprenditore, responsabile di Russia Unita in un quartiere dell’antica capitale degli zar. Partecipando ad un forum dell’opposizione, ha definito il processo alle Pussy Riot “vergognoso”, “una parodia della giustizia” ed ha scritto una lettera aperta a sostegno delle imputate, pur non approvando il loro gesto. Ma, a suo avviso, per punirlo sarebbe bastata una sanzione amministrativa.