Sanità: medici sul piede di guerra

ROMA – Monta lo scontento contro il ‘decretone’ sanità, ma la colpa questa volta è delle Regioni. Ai medici infatti non sono proprio piaciute le modifiche apportate dagli assessori alla Sanità al documento di Balduzzi. Tanto che i tre sindacati maggioritari dei medici convenzionati FIMMG (medici famiglia), SUMAI (ambulatoriali) e FIMP (pediatri) hanno dichiarato lo stato di agitazione e sono pronti a proclamare lo sciopero.

Intanto continua il lavoro febbrile dei tecnici dei vari ministeri per limare il ‘decretone’ e trovare le coperture finanziarie, in vista del Consiglio dei ministri del 5 settembre, in cui dovrà essere presentato, e si sta anche valutando l’ipotesi di stralciare alcune parti del ‘decretone’ per inserirle in un ddl a parte.

Tra gli articoli da inserire in un disegno di legge autonomo c’è quello sulla non autosufficienza, giudicato molto problematico dalle Regioni e dai medici. E che sia importante un passaggio parlamentare, lo ha rimarcato anche il presidente della commissione Sanità del Senato, Antonio Tomassini (Pdl):
– Finalmente un Ministro, come Renato Balduzzi, ha il coraggio di affrontare anche le più spinose tematiche sanitarie: molte di esse le ha comunicate per tempo in incontri informali con tutti i partiti e quindi ora è giusto e doveroso affrontarle anche se fosse necessario un sostenuto confronto con tutte le parti così come prevede il dialogo parlamentare.

Altro nodo importante sarà la Conferenza delle Regioni convocata per oggi, in cui si cercheranno di trovare gli ultimi accordi.

– I medici di base, in linea di principio, difendono i propri diritti ma in un momento come questo di difficoltà è opportuno che tutti si siedano a un tavolo con il fine di dare un miglior servizio ai cittadini, e io parlo per i veneti – spiega intanto l’assessore del Veneto alla sanità Luca Coletto che coordina anche gli assessori regionali alla Sanità.

I sindacali chiedono al Ministro Balduzzi, al Governo e ai Parlamentari “di impedire un simile scempio” e si dicono “uniti e determinati nel contrastare lo stravolgimento da parte delle Regioni del Decreto Balduzzi. I conflitti di competenza e di potere prevalgono sui contenuti – spiegano – messi insieme in modo raffazzonato, senza tenere conto degli effetti devastanti che potrebbero determinare”. I medici di famiglia non digeriscono il fatto che, negli emendamenti delle regioni, il medico convenzionato possa diventare dipendente, che le aggregazioni di medici non siano più obbligatorie, e i tetti di spesa ai medici singoli e aggregati. L’Annao-Assomed (medici dirigenti) contesta invece l’affossamento del lavoro sul governo clinico.