Riforma elettorale, è stallo tra veti e scambi di accuse

ROMA – La trattativa sulla riforma elettorale è in “stallo” e “continuando così, cambiare sarà difficile perché non basta dire di voler cambiare”. E’ stato lo stesso presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, ad ammettere alla vigilia della riunione del Comitato ristretto di palazzo Madama che il cammino della legge elettorale si è arrestato.

Vizzini oggi alle 12 sarà ricevuto dal presidente del Senato Renato Schifani “per riferire sullo stato dei lavori” e per il primo pomeriggio restano convocati sia la prima commissione di palazzo Madama che il Comitato ristretto, ma le ‘credenziali’ con cui si presentano alla riunione i partiti, che anche ieri si sono scambiati accuse reciproche, non fanno ben sperare rispetto ad un incontro che una settimana fa era stato presentato come decisivo.

– Vi sono almeno due punti controversi che riguardano: il primo, il premio di governabilità e il secondo, il metodo di scelta dei parlamentari, che è il cuore della legge – ha spiegato sempre Vizzini aggiungendo che “il mio invito è quello ad uscire dalla grande contraddizione che porta tutti a dire di voler cambiare ma che attualmente vede uno stallo, la cui perniciosa permanenza non porta certo verso il cambiamento”.

Secondo il presidente della prima commissione del Senato, “le proposte di merito toccano ai partiti e ai gruppi parlamentari che le portano avanti e se ne assumono la responsabilità. La verità che si deve ammettere è che continuando così cambiare sarà difficile perché non basta dire di voler cambiare”.

Tuttavia l’aria che tira non sembra essere di armonia tra le forze parlamentari.

– Non voglio dare colpe ma il Pd è più in difficoltà di noi – ha detto il vice capogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello – si potrebbe fare una legge fortemente maggioritaria ma così si fa un dispetto all’Udc e a Casini e il Pd non se lo può permettere. Oppure, in una fase di transizione come questa, si potrebbe fare una legge fortemente proporzionale ma qui il Pd si trova a fronteggiare la rivolta degli ulivisti capeggiata da Prodi.

Detto questo, Quagliariello ha ribadito la volontà del Pdl di arrivare a un accordo ma ha messo in guardia: se il Pd vuole il premio di coalizione allora “manteniamo il Porcellum” che contiene questo principio.

– Bersani dice che tra Vendola e Casini, preferisce Vendola. Casini dice ‘mai con Vendola al voto’. In queste condizioni possiamo avere una legge elettorale che incoraggia a fare coalizioni? Coalizioni che magari dopo 6 mesi esplodono? – ha osservato.

Per quel che riguarda il Pd, Massimo D’Alema è stato chiaro:
– Dobbiamo tentare ma ci confrontiamo con un interlocutore che ogni settimana cambia opinione, perché Berlusconi non è neppure sfiorato dall’idea che bisogna fare una legge elettorale per avere una democrazia più forte; lui fa il calcolo di quello che gli conviene sulla base dei sondaggi che fa fare settimana per settimana. Il risultato è che non riesci neanche a prendere delle decisioni.

Il presidente del Copasir ha incalzato:
– La legge elettorale va cambiata, faccio mio l’appello del capo dello Stato. Occorre molta flessibilità, non possiamo cambiare la legge elettorale da soli. E noi lo faremo bene, ma bisogna trovare l’accordo con altri. Ma è impensabile che ci si trovi di fronte alle liste porcellum. Comunque – ha sottolineato D’Alema – nessuno parla di proporzionale, è un sistema corretto.

Sempre per i democratici, è stata invece Anna Finocchiaro a chiarire:
– O rimane il porcellum o si deve fare una legge che veda il più ampio consenso e quindi anche quello del Pdl. Se si vuole cambiare la legge bisognerà arrivare ad una mediazione anche con loro. Io non so se sarà la migliore legge possibile, ma penso che peggio del Porcellum non ci sia nulla.

Per una mediazione ha spinto anche Pier Ferdinando Casini:
– Sulla legge elettorale credo che il giochetto a scaricabarile rischia di pesare sulle spalle dei partiti. E’ inutile parlare di Grillo, quello che è lo sappiamo. Grillo sta speculando sui disastri del paese per averne un profitto politico. L’unico modo per bloccarlo è fare le cose, non rinviarle, altrimenti gli facciamo un regalo. Ora è il momento per noi di fare il nostro dovere, non di polemizzare con gli altri.

Il leader dell’Udc ha sollecitato:
– Dobbiamo creare una legge elettorale seria che restituisca agli italiani la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Chiediamo almeno che un accordo si realizzi preventivamente, che se ne discuta in Parlamento, davanti al paese e davanti agli italiani affinche’ loro stessi si rendano conto di chi è che fa sul serio – ha concluso Casini – e di chi invece sta cincischiando, come quelli che cambiano idea ogni 24 ore.

In questo contesto, Roberto Calderoli, il padre del porcellum, ha avanzato una proposta:
– Riproviamo con il modello tedesco che fino a pochi mesi fa era tanto decantato. Non è un modello che il giorno dopo il voto ci può garantire la maggioranza che dovrà governare. Se non altro è un sistema equilibrato e in Germania che è uno dei Paesi guida dell’Europa – ha detto l’esponente della Lega – funziona alla perfezione.