Alcoa, scontri e feriti in piazza Ministero: rallentata la chiusura

ROMA – “Sollecitazione ai soggetti imprenditoriali che hanno manifestato interesse per l’acquisizione dell’impianto di Portovesme ad avviare in tempi rapidi le negoziazioni. Spegnimento ‘più graduale’ delle celle e allungamento dei tempi della fermata dell’impianto. Adozione di tecniche in grado di consentire una rapida partenza dello smelter. Cassa integrazione in deroga per i lavoratori dell’indotto. Incontro di approfondimento sul piano Sulcis entro settembre”.

Sono questi alcuni dei punti qualificanti emersi nel corso del tavolo sulla vertenza Alcoa, tenutosi ieri nella sede del ministero dello Sviluppo economico. Alla riunione, presieduta dal sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti e alla presenza del ministro Corrado Passera, hanno preso parte il viceministro al Welfare Michel Martone, il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, il presidente del provincia del Sulcis Iglesiente Salvatore Cherchi, i massimi esponenti della multinazionale dell’alluminio e i rappresentanti sindacali a livello nazionale, regionale e aziendale.

Nel verbale il governo conferma il proprio impegno per dare “adeguata soluzione ai problemi generali del Sulcis e, in tale contesto, alla crisi generata dalla decisione di Alcoa di cessare la produzione” dello stabilimento di Portovesme.

L’esecutivo inoltre “prende positivamente atto” delle manifestazioni di interesse pervenute finora, quella del gruppo Klesch e quella del gruppo Glencore, e auspica che si arrivi “rapidamente a una positiva conclusione”. In questo quadro, governo e istituzioni territoriali svolgeranno – si legge nel testo – un lavoro di “stimolo e sorveglianza costante, delle forme più adeguate ed opportune”. A partire da una convocazione “a breve” delle multinazionali Klesch e Glencore, “per verificare lo stato di avanzamento della trattativa e fornire l’adeguata assistenza per il superamento di eventuali ostacoli e difficoltà”.

Medesimo impegno verrà profuso per eventuali nuove manifestazioni di interesse. Per quanto concerne l’attuale situazione dello smelter, il verbale recita che “il processo di spegnimento delle celle già avviato procederà in modo più graduale di quanto originariamente programmato dalla società, evitando consistenti blocchi giornalieri in precedenza previsti”. Nel testo si stabilisce inoltre che la fonderia resterà operativa per tutto il mese di novembre e che -oltre a garantire la tenuta in efficienza di tutte le celle- verrà adottata, per un significativo numero di esse, una tecnica in grado di garantire l’immediata rimessa in marcia dello stabilimento, della quale Alcoa si assume l’onere economico. Nel verbale si assicura infine che i lavoratori dell’indotto Alcoa avranno accesso alla cassa integrazione ‘in deroga’”.

A riaccendere la speranza erano state in serata le parole del ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera.
– Non ho mai pensato che fosse un caso impossibile. Questo è uno dei casi più difficili che abbiamo al Mise. Il mio impegno personale non è mai mancato e non mancherà fino a quando sarò ministro. Quando mi è stato chiesto alla festa del Pd – sottolinea – non avevamo uno straccio di manifestazione di interesse. Mi impegnerò a trovare una soluzione per questo pezzo importante ma dobbiamo lavorare tutti in parallelo sul piano Sulcis. Faremo molta pressione sui due gruppi che hanno manifestato interesse ma lavoriamo in parallelo su tutto quello che può dare sviluppo al Sulcis.

Quella di ieri è stata una giornata di tensione al corteo dei lavoratori dell’Alcoa di Roma. Una ventina i feriti tra manifestanti e forze dell’ordine. Si tratta di 14 uomini delle forze dell’ordine e quattro o cinque manifestanti.
Gli operai, giunti dalla Sardegna, sono partiti da Piazza della Repubblica per arrivare al ministero dello Sviluppo Economico dove è iniziato alle 13 un vertice sul futuro dello stabilimento. In testa al corteo c’erano alcuni primi cittadini del Sulcis con la fascia tricolore e uno striscione con scritto ‘Sindaci in marcia per il lavoro’.

La manifestazione sotto il ministero dello Sviluppo economico è degenerata, in via Molise transennata dalle forze dell’ordine ci sono stati incidenti con i manifestanti, uno dei quali è rimasto ferito. Al grido “non molleremo mai” i manifestanti hanno raggiunto le transenne che impedivano l’accesso a via Veneto e hanno cercato di superarle. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine che hanno caricato i manifestanti. Uno di questi è rimasto ferito.

La tensione è iniziata sin dall’arrivo dei manifestanti davanti al ministero, con tafferugli, piccole cariche e lancio di petardi. Un manifestante è rimasto lievemente ferito proprio mentre spostava un petardo: è stato soccorso e portato in ospedale. Un altro, invece, è stato trasportato in ospedale perché colpito da un malore.

Alcuni partecipanti al corteo hanno spintonato e allontanato dal corteo il responsabile Economia e lavoro del Pd Stefano
Fassina.

– Abbiamo contestato Fassina, e Bersani è meglio che rimanga dov’è. Tutti i politici, anche Alfano, Casini si dimentichino del nostro voto. Noi vogliamo lavorare, non vivere di assistenzialismo.

Fassina ha vissuto la tensione molto da vicino.

– E’ dura, mentre parlavo un gruppetto di lavoratori è stato piuttosto aggressivo, altri mi hanno scortato fuori dalle transenne – spiega il responsabile lavoro del Pd.

Antonello Pirotto, rappresentante Rsu, ridimensiona la contestazione definendola un fatto isolato.

– Rivendicare diritti non vuol dire contestare qualcuno. Non siamo per uno o per l’altro. Chiunque risolva il problema del lavoro saranno i primi gli operai a dirgli bravo.

Dalla festa del Pd di Padova, Enrico Letta ha auspicato che si faccia di tutto per evitare il disastro.

– Spero con tutte le forze che si trovi una soluzione. Si deve trovare una soluzione: governo, Regione Sardegna, azienda tutti insieme devono fare di tutto per evitare il disastro. E noi siamo vicini ai lavoratori e alla Sardegna.