FORMULA 1: Pérez, certezza o scommessa per la Ferrari?

ROMA – Lo show di Monza ha definitivamente lanciato il messicano verso un futuro in rosso. Ma chi è Sergio Pérez? E soprattutto, è da considerarsi una certezza o una scommessa per il Cavallino Rampante. Una cosa è certa, i precedenti non proprio esaltanti delle alternative a Massa hanno costretto i vertici di Maranello a puntare sul sicuro

 Massa ai titoli di coda?

No, non è facile come sembra. Dal divano di casa o davanti una bella birra ghiacciata al bar siamo tutti capaci di giocare al “Team manager 2013”. Non costa nulla e soprattutto riusciamo sempre ad aver ragione. Cosa che ai tifosi e agli appassionati, e anche ai giornalisti, piace tantissimo. Basta mandar via Massa. No, la Ferrari ha già fatto, causa infortunio del brasiliano, questo discorso. E ve li ricordate all’epoca i discorsi sul pilota italiano? Vi ricordate le buone prestazioni del nostro caro Fisichella? Subito promosso ad alternativa e successore di Massa. E vogliamo limitarci a Fisichella. I tifosi Ferrari volano sulle ali dell’entusiasmo, convinti di avere una macchina da urlo e che il fenomeno di turno sia in grado di dominarla. O meglio, in questo periodo tutti tranne Massa. E così solo in questa stagione siamo passati dal furore popolare per lo spettacolare Kobayashi al delirio per Sergio Pérez. Tutto in una gara. Tutto pur di levarsi di torno Massa.

Il fenomeno del momento lo vestiamo di rosso alla velocità della luce. Scende dal podio la gara dopo e già non ne parliamo più. Massa, salvo clamorosi colpi di scena, non rinnoverà il suo contratto con la Rossa ma questo non sarà la fine di tutti i problemi. Anzi, sarà l’inizio di un nuovo importante dilemma. Chi affiancare a un top, a un supertop come Fernando Alonso? In caso di vittoria mondiale potrebbe aprirsi un ciclo importante e lo spagnolo, giustamente, è già padrone di casa a Maranello. Un po’ come ai tempi del leggendario e sempre amato Kaiser Michael Schumacher. Per vincere in Ferrari non esiste alternativa. Bene, Massa probabilmente saluta. La Ferrari trema. La paura di commettere errori è tanta e non a caso Montezemolo ha chiamato di persona un certo Mark Webber proponendogli il passaggio in rosso (rifiutato dall’australiano). Serve un pilota esperto e soprattutto un pilota che fin dal primo giorno a Maranello non rovini i fragili equilibri, speriamo vincenti, costruiti da Domenicali e Alonso.

A giocare contro il bravissimo Sergio Pérez sembra essere l’età e l’esperienza. Il messicano è nato in quel di Guadalajara il 26 gennaio 1990. Fratello di Antonio, pilota Nascar, comincia a gareggiare nel 2004 negli Stati Uniti, appoggiato da un importante sponsor messicano.

Del 2005 il trasferimento in Europa e i primi buoni risultati, immediati, nella Formula BMW ADAC con il sesto posto nel 2006. È nel 2007 che Sergio fa il suo primo importante passo verso la F1. Ingaggiato in F3 dal team T-Sport vince la National Class al primo colpo. Un risultato che permette al messicano di strappare un importante contratto in GP2 Asian Series, con la Campos Grand Prix al fianco di Vitaly Petrov.

Del 2009 il passaggio in GP2 Series dove dopo una stagione di transizione chiude al secondo posto nel 2010 con la Barwa Addax Team, alle spalle del venezuelano Pastor Maldonado.

Proprio nel 2010 lo sbarco in F1 grazie alla Sauber e proprio al Cavallino Rampante. Pérez è infatti in orbita Ferrari e il passaggio a Maranello sarebbe roba solo di trasloco di box. Ok, questa la storia ma la domanda, visti i precedenti non fortunati di Maranello è d’obbligo, può il giovanissimo Pérez sostenere il peso del volante Ferrari? Possono convivere il suo lato “animale” e il suo grande orgoglio con un Fernando Alonso in piena crescita? Andrò controcorrente ma secondo me no. Non è ancora il momento. Questo non vuol dire spedire Sergio a fare esperienza in giro per il Circus fino a 30 anni, ma un altro paio di stagioni, anche tre, giusto il tempo di un secondo pilota di più spessore, sì.

La storia ha dimostrato che la Ferrari è in grado di distruggere un pilota e bruciare alla prima, accanto ad Alonso, un talento puro come Sergio Pérez sarebbe, sempre a mio parere, un errore. Aspettiamo ancora un po’. Attendiamo tempi più maturi e stabili in casa Ferrari.

 

La Ferrari non è in cerca di fenomeni, tanto meno di prime donne e soprattutto di ragazzi smaniosi di sverniciare il leader del momento.

Il top la Rossa ce l’ha e si chiama Fernando Alonso. Le sfide interne sono affascinanti, infiammano gli animi ma non portano a nulla, soprattutto in Ferrari. E sono ormai tre anni che Fernando lavora per costruire una squadra attorno al suo talento. Basta così. E basta così non per la mancanza di competizione, ma perché Alonso è una certezza e va tutelato. Serve un pilota da top ten. Un pilota duro, già esperto e resistente all’urto.

La Rossa non chiede e non vuole miracoli ma ordine e punti per la classifica costruttori (sono milioni di euro). Avete pensato a un certo Nico Rosberg? La butto lì e la cosa interessante è sapere il vostro parere in merito, mettendo da parte rivalità, nazionalità e gratuite quanto inutili offese. Cerchiamo di rendere lo spazio bianco, liberissimo e democratico, un luogo di piacevole conversazione e dialogo. Non è difficile. Sicuramente è molto più facile questo che trovare un buon compagno di squadra ad Alonso.

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