Il Giappone nazionalizza le Senkaku, ira della Cina

TOKYO – Il governo giapponese ha firmato il contratto d’acquisto di tre delle 5 isole dell’arcipelago delle Senkaku, rivendicate da Cina e Taiwan, malgrado gli avvertimenti della Cina che, con notevole ‘forza di persuasione’, ha messo in guardia contro un atto ‘’illegale’’, minacciato ‘’misure necessarie’’ e inviato ‘’due pattugliatori’’ per riaffermare i diritti della sua sovranita’.

Da ieri, le isole contese, ricontrollate da Tokyo dal 1972 dopo la restituzione della prefettura di Okinawa da parte degli Usa, sono nazionalizzate e affidate alla sorveglianza (‘’completa’’, ha assicurato il capo di gabinetto Osamu Fujimura) della guardia costiera nipponica che, in forza della legge appena varata dalla Dieta per sanare gravi lacune, potra’ ora anche effettuare arresti in caso di sbarchi illegali. ‘’E’ importante evitare malintesi ed emergenze impreviste se vi e’ una situazione che alimenta sentimenti nazionalisti in entrambi i Paesi’’, ha commentato Fujimura’, fiducioso sulla possibilita’ di mantenere ‘’aperte le vie del dialogo’’. A tal proposito, il Giappone ha mandato in Cina un inviato per illustrare le ragioni alla base dell’operazione, costata al governo 2,05 miliardi di yen (20,5 milioni di euro): ‘’Gli ultimi sviluppi non devono disturbare l’andamento dei rapporti bilaterali e lavoreremo per una buona comunicazione’’, ha detto il ministro degli Esteri Koichiro Gemba, in merito alla missione a Pechino di Shinsuke Sugiyama, direttore dell’Ufficio Asia e Oceania del ministero, per cercare una risposta ‘’calma’’ e spiegare ‘’nel dettaglio’’ i piani nipponici. La risposta della Cina, oltre alle proteste andate in scena in diverse citta’, e’ stata affidata all’annuncio dell’agenzia Xinhua sui due pattugliatori (Haijian 46 e Haijian 49) del servizio di Sorveglianza Marina Cinese (Cms) diretti alle isole Diaoyu, il nome cinese delle Senkaku (Tiaoyutai per Taiwan). Le unita’ navali hanno piani per ‘’salvaguardare la sovranita’ e prenderanno azioni a seconda dello sviluppo della situazione’’. Piu’ tardi, il ministero della Difesa ha rincarato la dose: le Forze armate ‘’sono decisamente contro la mossa del governo giapponese’’, secondo il portavoce Geng Yansheng. ‘’Nonostante la forte opposizione da parte cinese, il governo ha annunciato sfacciatamente l’acquisto’’ che ‘’e’ un’infrazione grave alla sovranita’ territoriale cinese’’. In altri termini, sia Pechino sia le Forze armate ‘’sono incrollabili nella determinazione a tutela della sovranita’ sul territorio nazionale’’, ha chiarito Geng. ‘’Stiamo seguendo da vicino l’evoluzione degli scenari – ha aggiunto – e ci riserviamo il diritto di adottare misure’’. Anche Taiwan ha preso iniziative senza precedenti, vicine alla Cina. Il ministro degli Esteri, Timothy Yang ha convocato Sumio Tarui, capo della missione diplomatica nipponica de facto a Taipei, definendo ‘’illegale’’ l’atto sulle Senkaku, che non e’ ‘’solo sabotaggio dei rapporti bilaterali, ma anche motivo di maggiore tensione in Asia orientale’’. Dopo il boicottaggio delle auto giapponesi ipotizzato dall’ associazione cinese di settore, ieri e’ saltato il negoziato per ricollegare Shanghai e Fukushima. I prossimi giorni, secondo gli osservatori, daranno le reali dimensioni della crisi.

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