Islam: attaccate ambasciate Usa, Gb e Germania

ROMA – Quattro morti in Sudan, tre in Tunisia e uno in Libano. Aumenta di ora in ora il bilancio delle vittime segnato dalla rivolta dei più radicali del mondo musulmano contro il film anti-islam prodotto negli Stati Uniti. E dopo il tragico assalto di martedì al consolato Usa di Bengasi in Libia, sono state prese di mira anche le sedi diplomatiche dei Paesi dell’Ue.

Libano: E’ di 1 morto e 25 feriti il bilancio di ieri a Tripoli, seconda città del paese, contro il film ‘blasfemo’ sul profeta Maometto. Secondo fonti della sicurezza libanese il manifestante è stato raggiunto da una pallottola sparata dagli agenti mentre la folla cercava di prendere d’assalto un edificio governativo. Tra i feriti almeno 12 agenti, colpiti dalle pietre lanciate dai manifestanti. A Tripoli è stato incendiato un ristorante della catena di fast food Usa Kentucky Fried Chicken. E sempre in Libano ieri è arrivato papa Benedetto XVI, per una visita storica di tre giorni, che ha iniziato con un discorso
in cui ha condannato il fondamentalismo come “falsa fede”, lanciando invece un appello alla tolleranza.

Tunisia: E’ di 3 morti e 28 feriti il bilancio degli scontri tra manifestanti e polizia davanti all’ambasciata Usa a Tunisi. Secondo quanto riferisce l’inviata del quotidiano britannico ‘Guardian’, si sono verificate alcune esplosioni vicino all’ambasciata per il lancio di bombe contro il muro della sede diplomatica. La polizia è riuscita a disperdere la manifestazione con il lancio di gas lacrimogeni. La scuola statunitense di Tunisi è stata data alle fiamme.

Egitto: E’ di almeno 11 feriti il bilancio degli scontri al Cairo, dove si è tenuta una manifestazione di protesta. Secondo quanto riferisce il direttore dell’ospedale Al-Munira, è invece di 33 il totale dei feriti dall’inizio della protesta, di cui 2 in gravi condizioni. Gli scontri di ieri tra manifestanti e forze dell’ordine si sono svolti nei pressi dell’ambasciata Usa e nella piazza della moschea di Omar Makram al Cairo. Beduini appartenenti a gruppi ultraconservatori islamici hanno attaccato un campo di peacekeeper multinazione delle Nazioni Unite nel Sinai, nella città di Sheikh Zuwayed. Lo rende noto al-Jazeera, spiegando che gli assalitori hanno issato la bandiera nera dell’Islam con la scritta ‘’non c’è altro Dio all’infuori di Allah, Maometto è il profeta di Allah’’.

Sudan: A Khartoum sono 4 i morti negli scontri verificatisi nei pressi del compound dell’ambasciata Usa. Lo ha riferito l’inviato dell’emittente al-Jazeera. I manifestanti hanno appiccato un incendio anche contro il compound dell’ambasciata tedesca, hanno rimosso la bandiera tedesca e issato al suo posto quella di al-Qaeda. In precedenza sotto attacco era finita anche l’ambasciata britannica.

Giordania: Migliaia di cittadini giordani hanno manifestato ad Amman contro il film sul profeta Maometto, chiedendo l’espulsione dell’ambasciatore Usa dal Paese. Centinaia di esponenti salafiti hanno manifestanti nei pressi dell’ambasciata Usa ad Amman, intonando slogan contro gli Stati Uniti e incendiando bandiere americane. Hanno chiesto leggi internazionali contro chiunque insulti le religioni e le fedi nel mondo.

Marocco: Centinaia di salafiti hanno bruciato bandiere Usa a Rabat. Lo riporta l’emittente al-Jazeera, precisando che la manifestazione è avvenuta davanti a una moschea del quartiere povero di Sale, nella capitale marocchina, dopo la preghiera del venerdì. Circa duecento islamici radicali erano presenti alla manifestazione, intonando slogan anti-Usa tra cui ‘’satana americano’’.

Nigeria: I militari nigeriani hanno sparato in aria per disperdere la folla riunita davanti alla moschea di Jos, in Nigeria, per protestare contro il film blasfemo. Lo ha riferito il portavice dell’esercito Salihu Mustapha, spiegando che i soldati ‘’hanno esploso qualche colpo in aria, ma non ci sono stati feriti’’. La polizia ha riferito che a manifestare erano diverse centinaia di persone, riunite in piazza dopo la preghiera del venerdì. ‘’I cartelli che portavano i manifestanti erano di denuncia dell’America”.

Iran: A Teheran migliaia di manifestanti filo-governativi sono scesi in piazza per condannare i responsabili del film ‘blasfemo’ Lo riferisce l’agenzia ‘Fars’, spiegando che i dimostranti hanno chiesto agli Stati Uniti di ‘’presentare ufficialmente le scuse a tutti i musulmani nel mondo e di punire gli autori del film’’. Nel manifesto i dimostranti hanno condannato, oltre a Washington, anche Israele e Gran Bretagna, ritenendoli ‘’responsabili di questo clima di odio creatosi contro l’Islam’’. Il documento definisce il trio Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele come il “triangolo del male” che sta ‘’perseguendo le proprie politiche anti-islamiche nel mondo’’. Secondo i manifestanti, che lanciavano slogan di sostegno al profeta Maometto e di minaccia nei confronti dei tre paesi, è ‘’giunto il momento che tutta la comunità islamica si riunisca allo scopo di sconfiggere, una volta per tutte, l’imperialismo e il sionismo nel mondo’’. Secondo quanto riferisce ‘Fars’, i dimostranti hanno bruciato la bandiera Usa di fronte alla sede centrale dell’Università di Teheran gridando lo slogan ‘Marg bar Amrica’ (Morte all’America). Nella giornata di ieri anche il Segretario del Consiglio dei Guardiani, l’ayatollah Ali Jannati, durante il sermone del venerdì a Teheran ha condannato il film e ribadito come ‘’il mondo islamico si stia finalmente riscattando ed è palese come la storia stia dando ragione all’Islam’’. Sono i “sionisti e il governo Usa” i responsabili della produzione del film ‘blasfemo’ sul profeta Maometto e delle violenze che ne sono conseguite, ha affermato la guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei.

Yemen: Un gruppo di 50 marines spericalizzati nel contrasto al terrorismo sono stati inviati ‘’come misura di precauzione’’ nello Yemen per proteggere ulteriormente l’ambasciata Usa a Sanaa. Lo ha reso noto il portavoce del Pentagono, George Little, dopo una nuova manifestazione di fronte all’edificio, precisando che non è ancora stato deciso di evacuare la sede diplomatica ma solo di rafforzare le misure di sicurezza.

Kuwait: Proteste contro gli Stati Uniti si sono svolte nelle scorse ore anche in Kuwait. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya, secondo la quale alcune centinaia di persone sono scese in piazza di fronte all’ambasciata Usa, scandendo slogan a favore di al-Qaeda. “Obama, siamo tutti Osama”, “Via l’ambasciatore americano” e “Gli Usa ci devono rispettare” sono tra gli slogan scanditi dalla folla, a cui si sono uniti anche alcuni parlamentari isalmici.

Indonesia: E’ arrivata fino a Giakarta, capitale del paese con la comunità musulmana più numerosa al mondo, la protesta. Si è svolta una grande manifestazione, convocata da leader religiosi locali. Circa 250 poliziotti antisommossa sono stati messi in allerta, mentre l’ambasciata ha inviato un’email a tutti gli statunitensi nel paese, annunciando la protesta e invitandoli alla massima cautela.