Siria, Brahimi: “Crisi si aggrava” Cinque bimbi morti sotto le bombe

BEIRUT – Alla vigilia dell’arrivo nel vicino Libano di Papa Benedetto XVI, l’anziano diplomatico algerino e ora Rappresentante speciale di Onu e Lega Araba per la Siria, Lakhdar Brahimi, dall’alto della sua esperienza diplomatica in scenari di guerra ha certificato che “la crisi si sta aggravando”. Di questo ne hanno però da tempo coscienza i siriani che anche ieri hanno pagato un pesante tributo di sangue in una spirale di violenza sempre più tinta da colori confessionali. I bilancio più cauto, quello che riporta solo le vittime identificate e che sale col passare delle ore, parla di 30 uccisi, la maggior parte tra Aleppo e Damasco. I bollettini che tengono conto invece anche delle persone ancora non identificate riferiscono di circa ottanta uccisi. I media ufficiali di Damasco non forniscono bilanci di vittime civili e di militari ma parlano solo dell’uccisione di “numerosi terroristi”.

Giunto a Damasco per la sua prima visita ufficiale da quando ha assunto l’incarico lasciato vacante dal dimissionario Kofi Annan, Brahimi è stato ricevuto dal ministro degli esteri Walid al Muallim.

Citato dall’agenzia ufficiale Sana, Brahimi ha detto di esser venuto in Siria “per consultarsi con i fratelli siriani”.

– C’è grande crisi – ha aggiunto – e credo che questa si stia aggravando… ritengo che siamo tutti d’accordo sul fatto che sia necessario metter fine allo spargimento di sangue. Speriamo di riuscire nell’intento.

Il conflitto in alcune regioni della Siria sta intanto assumendo preoccupanti tratti confessionali. Delle milizie filo-regime, dette Comitati popolari ed eredi delle organizzazioni del partito Baath al potere da mezzo secolo, sono state attivate di recente in alcuni quartieri cristiani di Damasco, in altri sobborghi a maggioranza drusi della capitale, nel sobborgo di Sayyida Zeinab, sempre vicino Damasco, dove sorge uno dei più importanti santuari sciiti del Medio Oriente, e in paio di storici quartieri di Aleppo abitati per lo più da armeni.

Negli scontri di Aleppo si registra un miliziano armeno, schierato con le forze del regime, ucciso da rivali dell’Esercito libero, il multiforme ombrello dei ribelli in larga maggioranza sunniti. Sempre ieri, sette membri sciiti dei Comitati popolari sono morti in analoghi scontri a Sayyida Zeinab, circostanza confermata dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani, che da anni e ben prima dello scoppio delle prime proteste pacifiche un anno e mezzo fa si avvale sul terreno di numerosi attivisti e ricercatori. Nei giorni scorsi nel sobborgo druso-cristiano di Jaramana un attivista sunnita, arrestato dalle autorità e consegnato ai Comitati popolari locali, è stato giustiziato in una piazza pubblica. Il fatto era stato raccontato da un giornalista Reuters.

A Damasco si sono registrati nuovi bombardamenti sulla Ghuta orientale, la zona periferica a est e roccaforte dei ribelli, e nel quartiere di Tadamon a sud, quasi completamente distrutto e di fatto ripreso dai governativi. Nel vicino campo profughi di Yarmuk stasera sono stati rinvenuti i corpi di 14 palestinesi uccisi e i cui corpi sono stati mutilati. I residenti puntano il dito contro le forze lealiste. Si è sparato anche a Duma a nord della città, dove un ex deputato Ahmad al Turk, già arrestato in passato, è stato freddato da colpi sparati da uomini del regime. La circostanza è stata riferita da residenti di Duma riuniti nel locale comitato di coordinamento. Ad Aleppo, oltre agli incessanti bombardamenti governativi sui quartieri ribelli della cintura orientale e sud-occidentale, i combattimenti tra ribelli e lealisti sono in corso attorno al rione di Midan e a piazza Saadallah Jabiri. Altri uccisi si sono registrati a Dayr az Zor, Daraa, sulle montagne a est di Latakia, nelle regioni di Idlib, Hama e Homs.

Almeno cinque bambini e una donna sono stati uccisi nel sud della Siria, nel centro archeologico di Bosra, in bombardamenti governativi compiuti da elicotteri militari che hanno sganciato barili riempiti di tritolo e schegge di metallo. Lo riferiscono i residenti che hanno diffuso il video con i cadaveri delle piccole vittime.