Governo, no parte civile a processo Di Pietro: reato favoreggiamento

ROMA – Il governo non si costituirà parte civile all’udienza preliminare del processo sulla trattativa Stato-mafia, il che non preclude che lo possa fare in una fase successiva del procedimento. Lo ha detto il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Antonio Malaschini in replica per il governo al termine della discussione generale sulla mozione dell’Italia dei Valori che chiedeva che l’esecutivo si costituisse parte civile. “Pur non essendovi preclusione”, ha detto, “allo stato non può assumere questo impegno”.

– Premessa la straordinaria rilevanza del processo – ha detto Malaschini – la scelta se autorizzare o meno la costituzione di parte civile passa attraverso la conoscenza degli atti, visto che”tra i requisiti di legge vi è l’esposizione delle ragioni per cui si presenta la domanda e dunque c’é l’impossibilità di strutturarlo sulla base di una semplice notizia giornalistica.
In ogni caso, ha specificato, “la costituzione di parte civile può esserci per l’udienza preliminare ma anche successivamente però allo stato il governo non può assumere l’impegno richiesto pur non essendovi preclusione” su questa ipotesi.

– Non colgo una polemica nelle parole di Malaschini. Del resto è un fatto oggettivo, se non conoscono gli atti non possono procedere alla costituzione di parte civile. Di norma viene notificato alle parti offese un avviso del gip, probabilmente non sarà ancora stato notificato – ha detto il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, sulla decisione del governo di non essere parte civile all’udienza preliminare sulla cosiddetta ‘trattativa’ tra Stato e mafia nel periodo delle stragi.

– Se il governo non si costituirà parte civile nel processo sulla trattativa Stato-Mafia, questo potrebbe chiamarsi reato di favoreggiamento personale – aveva detto ai giornalisti a Montecitorio Antonio Di Pietro.

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