Fiat, sabato il premier incontrerà l’ad Marchionne

ROMA – Alla fine l’incontro ci sarà, Sergio Marchionne sarà ricevuto sabato dal premier Mario Monti, con i ministri Elsa
Fornero e Corrado Passera. Ma per ora i toni scelti dal governo nei confronti della Fiat sono tutt’altro che ultimativi. La
speranza è che il gruppo “resti in Italia”, ma la parola d’ordine è “ascolto”. Premier e ministri per ora vogliono solo
“capire le intenzioni del Lingotto”. In ogni caso, fonti di governo chiariscono che “gli argomenti per convincere la
Fiat a restare al di là della sua volontà sono pochi, se non l’impegno del governo a migliorare produttività e competitività del Paese”. Ma, si fa intendere, sono poche le misure che l’esecutivo potrebbe mettere in campo, viste anche le scarse risorse disponibili in questo momento.
– Se Fiat è orientata a ridimensionare la produzione, il governo deve interrogarsi su come attirare un altro produttore.
L’Italia ha sempre dato per scontato che le auto le produce la Fiat o nessuno, ma la produzione dei mezzi di trasporto
non può essere risultato delle scelte di una singola azienda – commenta il segretario della Cgil Susanna Camusso.
“Chiedo a Marchionne di convocarci e chiarire se il Piano Fabbrica Italia lo mantiene e lo utilizza quando riprende il
mercato oppure, a prescindere da questo, non vuole più utilizzarlo” dichiara invece il segretario generale Cisl, Raffaele
Bonanni. Per Giorgio Airaudo, responsabile auto Fiom, “è urgente un patto con la Fiat, e solo il governo può farlo”.