Fondi Pdl, Polverini lascia: “Niente a che fare con questi mascalzoni”

ROMA – “Dimissioni irrevocabili”. Il presidente Renata Polverini lascia la guida della Regione dopo lo scandalo che ha travolto il consiglio regionale. La governatrice spiega di aver comunicato le dimissioni prima al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell’incontro dell’altro giorno, e averle confermate poi al presidente del Consiglio Mario Monti. “Mi scuso con voi – dice ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa – se ho tardato a comunicarvele, ma dovevo rispettare la prassi istituzionale”.
– Spero che in Procura siano determinati nell’andare avanti e assicurino alla giustizia coloro che hanno sbagliato. Credo sia la prima volta che un governatore lascia senza colpa alcuna, ma io me ne vado a testa alta – scandisce Polverini, che ringrazia ‘’l’Udc che è stata al mio fianco fino all’ultimo” e racconta di aver deciso di lasciare la guida della Regione già lunedì scorso, “ma sono andata avanti per smascherare l’opposizione che chiedeva le mie dimissioni”.
– Volevano scaricare tutte le colpe – tuona in conferenza stampa – su una giunta che ha lavorato bene, allora li mando a casa io.
Polverini rimprovera all’opposizione di non aver rassegnato le dimissioni annunciate. Ma se la prende anche con gli esponenti del suo partito al centro dello scandalo che ha travolto il consiglio regionale.
– Io con questi malfattori – afferma – non voglio avere nulla a che fare.
Le difficoltà a governare la Regione Lazio “nascono da una questione interna al Pdl, partito che non consegnò le liste dando vita a un dibattito allucinante” dice Polverini.
– Noi arriviamo qui puliti. Ero a capo di una giunta che ha operato bene ma che va a casa a causa di un consiglio regionale non più degno. Il Lazio è un organismo a due teste: da un lato c’è la giunta, dall’altro il consiglio. Non potevo mai immaginare che tutti nel consiglio facessero un uso così disinvolto dei fondi pubblici.
E punta il dito contro “quel che ho visto in Regione in questi due anni e mezzo. Le ostriche non le ha mangiate solo il Pdl. Ma da domani sono a disposizione per ogni approfondimento che mi verrà chiesto”.
– Sono tornata libera e mi sento bene. In questi due anni e mezzo ho visto cose allucinanti, cose che mi facevano sentire in una gabbia – continua il presidente dimissionario – Ora mi sento felice e continuerò a fare politica.
Secondo quanto previsto dallo statuto regionale del Lazio, le dimissioni del presidente della Giunta sono una delle cause di dimissioni della giunta regionale stessa. Alle dimissioni della Giunta consegue lo scioglimento del Consiglio, che viene dichiarato con decreto del Presidente del Consiglio regionale. Lo Statuto prevede inoltre che la Giunta dimissionaria resta in carica, presieduta dal Presidente della Regione, ovvero dal vicepresidente nei casi di rimozione, decadenza, impedimento permanente e morte del Presidente, limitatamente all’ordinaria amministrazione, fino alla proclamazione del Presidente della Regione neoeletto. Intanto anche ieri al Palazzo di Giustizia di Piazzale Clodio i magistrati e gli investigatori del Nucleo di polizia valutaria hanno proseguito l’esame della documentazione depositata da Franco Fiorito. Fra i documenti finiti nel mirino dell’aggiunto Alberto Caperna e del pubblico ministero Alberto Pioletti ci sono anche le fatture con le quali è stato possibile attingere ai fondi regionali a disposizione del Pdl e che sono stati liquidati.
I magistrati intendono verificare attraverso la loro analisi se le fatture consegnate dall’ex capogruppo del Pdl siano “genuine”. E’ la stessa verifica che sta facendo la Procura della Repubblica di Viterbo che ha ascoltato come testimone indagato in reato connesso Fiorito.
Lasciando gli uffici della procura, l’ex capogruppo del Pdl al consiglio regionale del Lazio ha detto a Viterbo Tv:
– Se il Consiglio si scioglie io mi ricandido, non vedo perché non dovrei.
Passa intanto al contrattacco Francesco Battistoni, già successore di Fiorito nell’incarico di capogruppo Pdl alla Regione Lazio e a sua volta dimissionario. Battistoni ha dato incarico ai suoi avvocati di querelare per diffamazione Fiorito.
Intanto, ieri la ormai ex governatrice ha incontrato il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano.
– Polverini ha compiuto una scelta di grande dignità e di grande responsabilità, nonostante lei non abbia compiuto alcun atto né immorale né illegale e anzi abbia impresso un’accelerazione al percorso di riforma della Regione Lazio – ha dichiarato il segretario del Pdl -. Ha sfiduciato un Consiglio regionale che mai avrebbe potuto assicurarle la prosecuzione nel cammino intrapreso e che, in alcune sue mortificanti individualità, aveva tinteggiato la politica del peggiore colore possibile. E’ questo il motivo per il quale – conclude – anche oggi, quando ce lo ha comunicato, non abbiamo provato a trattenerla ma le abbiamo detto che le saremmo stati accanto qualunque fosse stata la decisione a lei suggerita dalla propria coscienza e dalla propria responsabilità.
Prima della notizia delle dimissioni, il leader centrista Pier Ferdinando Casini, parlando al Tg3, si era dichiarato a favore di elezioni anticipate. “Polverini faccia un passo che i cittadini apprezzerebbero”, di fronte “allo schifo” emerso dallo scandalo dei fondi del consiglio laziale, “la cosa migliore è restituire la parola ai cittadini”.
Le reazioni alle dimissioni non si fanno attendere.
– Il vecchio signore un po’ sordo l’ha mandata a casa e la Polverini ha finito la sua breve esperienza senza stile, così come l’aveva iniziata – afferma il capogruppo del Pd alla Regione Lazio, Esterino Montino – Le dimissioni della Polverini sono una gran bella notizia, soprattutto per i cittadini del Lazio. Per questa Regione si chiude un capitolo che ha creato danni inenarrabili. Oggi, finalmente, si apre una stagione nuova.
Mentre per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, le dimissioni di Renata Polverini ‘’sono l’epilogo inaccettabile di una bruttissima vicenda”.
– Un Presidente di Regione, eletto dal popolo, senza neppure un avviso di garanzia – afferma – viene costretto a dimettersi dalle faide interne di partiti e da un’opposizione che, ancora una volta, ha dimostrato tutta la sua ipocrisia nello strumentalizzare una vicenda su cui il Presidente della Regione non ha responsabilità.
– Le dimissioni di Renata Polverini sono dovute, ma comunque esprimo rispetto per il gesto compiuto. Ora è necessario che le elezioni vengano convocate con la massima rapidità prevista dall’ordinamento – scrive in una nota il segretario del Pd Lazio, Enrico Gasbarra.
Da Renata Polverini “un atto di serietà, di responsabilità e di forza’’ per il deputato del Pdl, Guido Crosetto.
– Mi spiace che questa vicenda vergognosa alla fine abbia costretto lei ad un atto di tale rilevanza. Ora però si faccia chiarezza fino in fondo su ogni gruppo ed ogni consigliere. E si mettano alla gogna mediatica tutti quelli che se lo meritano e che penso siano molti di più di quelli di cui sono apparsi i nomi.
Per il presidente dei Verdi Angelo Bonelli “le dimissioni della presidente Polverini sono la vittoria della gente onesta”.
– Ci auguriamo che adesso anche il presidente Formigoni tragga esempio dalla Polverini restituendo anche in Lombardia, così come nel Lazio, la parola ai cittadini – dice.