Messico, Colombia e Guatemala: “Rivedere le strategie anti-droga”

NEW YORK – “Urgo, esigo dalle Nazioni Unite, che guidino un dibattito all’altezza del XXI secolo che esplori approcci nuovi ed efficaci”. Il tono energico del presidente messicano Felipe Calderón è risuonato al Palazzo di Vetro alla plenaria dell’Assemblea generale dell’Onu, portando la voce di tre paesi dell’America Latina, Messico, Colombia e Guatemala, duramente colpiti dal narcotraffico.
Rivolgendosi all’Assemblea, Calderón ha esortato a prendere atto che la strategia anti-droga globale negli ultimi 50 anni non ha funzionato: “Propongo formalmente che le Nazioni Unite si impegnino su questo tema, facciano una valutazione profonda dei risultati e dei limiti dell’attuale approccio proibizionista in materia di droga. Questo non implica – ha aggiunto – che si debba abbassare la guardia. Non cederemo di un millimetro alle organizzazioni criminali”.
“Il bilancio deve esaminare con onestà quali possano essere queste alternative” ha detto ancora il presidente uscente messicano. Nessuno dei leader latinoamericani ha usato il termine “depenalizzare” o “legalizzare”, sebbene siano concetti già emersi negli ultimi tempi al livello regionale. Anche il presidente del Guatemala, Otto Pérez, tra i principali promotori di “politiche alternative”, ha chiesto all’Onu “passi concreti” per rivedere le politiche attuali.
“Questo schema, vigente da cinque decenni, non ha portato i risultati desiderati. I mercati del consumo si espandono invece di diminuire; i paesi produttori e le tipologie di stupefacenti disponibili si moltiplicano, mentre le rotte del traffico tendono a diversificarsi. La premessa della nostra lotta alle droghe ha mostrato serie lacune, dal momento che non è stato possibile sradicare il consumo di droga nel mondo” ha detto Pérez. Ha quindi annunciato l’intenzione di “istituire un gruppo internazionale di paesi amici della riforma alla politica globale sulla droga”.

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