Corte dei Conti: “Italia tra maggiori evasori, serve un patto sociale”

ROMA – “Destinare almeno parte dei recuperi della lotta all’evasione alla riduzione del prelievo complessivo; un modo per dare concretezza a una sorta di patto sociale basato su un diffuso consenso nei confronti dell’azione di riduzione dell’evasione”. Lo afferma il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino in Senato.
Serve un fisco “più equo e meno distorsivo nei confronti del sistema economico”. Afferma Giampaolino.
L’Italia “si colloca ai primissimi posti nella graduatoria internazionale” per l’evasione, continua Luigi Giampaolino, in audizione al Senato, ricordando che gli ultimi dati Ocse danno il Belpaese al terzo posto fra i paesi dell’area. Alle spalle solo di Turchia e Messico.
Tra Iva ed Irap il minor gettito lordo stimato ammonta a oltre 46 miliardi l’anno. E’ la cifra fornita da Giampaolino. Nell’area che resta fuori (Irpef, Ires, altre imposte sugli affari e contributi previdenziali) “si collocano forme di prelievo che lasciano presumere tassi di evasione non molto dissimili” rispetto a quelli di Iva e Irap.
“Difficilmente il comportamento evasivo si esaurisce in un’unica violazione. Di norma, si è in presenza di un circuito dell’evasione caratterizzato da un effetto domino”: si parte dall’Iva “con un aggravio della spesa sociale”. Sottolinea il presidente della Corte dei Conti.
“La grande società avendo una struttura organizzativa complessa ed organismi di controllo interno ed esterno, può essere indotta a pratiche evasive più sofisticate, non di rado confinanti con l’elusione fiscale, tra le quali svariate forme di pianificazione fiscale internazionale”.

Il nord evade più
del sud
in valore assoluto
Il nord Italia evade in valore assoluto più del sud. Ma nel sud si concentra la quota più alta di “devianza” cioé di fenomeni evasivi. Giampaolino spiega che il sud è l’area a più alto tasso di evasione a fronte di una devianza dimezzata nel nord. Le differenze si invertono se si guarda ai valori assoluti: il grosso dell’evasione si concentra al nord, dove si realizza la quota più rilevante degli affari e del reddito.
“Il recupero di quote crescenti di evasione rappresenta una delle condizioni per il riequilibrio della finanza pubblica, per il contenimento delle sperequazioni distributive e per l’avvio della ripresa economica”. Serve dunque – sottolinea Giampaolino – “un’elevata sensibilità politica e un ampio consenso sociale”.

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