Garante apre inchiesta dopo il martedì nero

ROMA – L’Autorità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali, nel definire “del tutto inaccettabile, in termini di civile convivenza, quanto successo ieri (l’altroieri, ndr)”, in occasione dello sciopero nazionale nel trasporto pubblico locale, ha avviato un’indagine conoscitiva “per verificare se siano state garantite, nelle principali aree metropolitane, le prestazioni minime indispensabili”.
Martedì nero per la mobilità urbana e città in tilt, in una settimana di disagi per i trasporti. Bus, tram e metro si sono fermati per l’intera giornata per lo sciopero nazionale proclamato unitariamente dai sindacati di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti e Faisa-Cisal, a causa del mancato rinnovo del contratto.
Forti tensioni a Milano. In mattinata alla stazione Duomo della metropolitana, pochi minuti prima che iniziasse lo sciopero, infatti, il personale dell’Atm ha chiuso i cancelli dei corridoi che collegano la linea 1 alla linea 3. Molti pendolari che dovevano prendere la linea 3 hanno forzato i cancelli per riuscire così a salire sull’ultimo treno. Non sono, ovviamente, mancate urla e insulti al personale dell’Atm. Poco prima dell’inizio dello sciopero, tra l’altro, sulla linea 1 si è verificato un guasto nei pressi della stazione Gambara che ha costretto l’Atm ad istituire corse alternative con degli autobus.
Nel pomeriggio però i disagi sono ancora aumentati. Otto persone trasportate in ospedale per malori e svenimenti, è il bilancio finale del pomeriggio ad alta tensione alla fermata Lima della metropolitana milanese. Il personale del 118 ha trasportato 5 persone in codice verde e 3 in giallo (si tratta di soggetti già affetti da patologie, soprattutto cardiache) negli ospedali Fatebenefratelli, Niguarda e Clinica Città Studi. I passeggeri di un convoglio della linea rossa del metrò di Milano hanno raccontato che il loro treno si è fermato poco prima dell’arrivo in stazione e che per 40 minuti sono rimasti senza informazioni. “A quel punto la gente ha cominciato a star male per il caldo – ha raccontato uno di loro – e qualcuno ha tirato la leva di emergenza e si sono aperte le porte. A quel punto abbiamo raggiunto la stazione attraverso i camminamenti”. Alla stazione Lima sono intervenute numerose ambulanze mentre la gente continuava a non voler lasciare la stazione nel timore di non riuscire a tornare a casa.
“Alle 17.45 – ha raccontato l’azienda Atm – poco prima della seconda fascia oraria dello sciopero nazionale che iniziava alle 18 a Milano, su un convoglio che stava entrando alla stazione di Lima è stato azionato da un passeggero un dispositivo di allarme con richiesta di soccorso. Per questo motivo, il treno si è immediatamente fermato e, anziché ripartire, è stato necessario richiedere assistenza per la persona colta da malore”. “In questa situazione – continua la nota – a pochi minuti dalle 18, per il timore di non riuscire più ad usufruire del servizio, si è sollevata una forte agitazione dei passeggeri all’interno del treno. Un numero elevato di persone si è rifiutato di scendere. Al momento della ripartenza, alcune delle porte sulle quali era stato azionato il dispositivo di apertura delle porte di emergenza dall’interno non si richiudevano”.
Se non ci saranno risposte sul rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, scaduto nel 2007, i sindacati sono pronti a proseguire la mobilitazione con uno sciopero con manifestazione nazionale “con il blocco totale di tutti i servizi senza fasce orarie per permettere a tutti gli addetti al trasporto pubblico locale di partecipare”. Lo dice in una nota la Filt-Cgil. I sindacati sottolineano che secondo i primi dati le adesioni su tutto il territorio nazionale allo sciopero di 24 ore del trasporto pubblico locale “sono altissime”. “E’ un contratto che non si rinnova dal 2007, inevitabile fare pressioni”, ha detto Susanna Camusso, leader della Cgil, commentando l’azione di protesta. La Commissione di garanzia ribadisce che l’esercizio del diritto di sciopero “deve avvenire secondo le modalità previste dalla legge” e che qualora le regole sulle fasce e di garanzia non fossero rispettate sarebbero comminate sanzioni. Lo si legge in una nota del presidente Roberto Alesse.
Tra aziende e sindacati i dati sull’adesione allo sciopero non coincidono con le organizzazioni dei lavoratori che parlano di un grande successo con metropolitane chiuse e autobus fermi per oltre il 70% ovunque (e punte del 99%) e le aziende che sottolineano percentuali leggermente inferiori. Le metropolitane sono rimaste chiuse quasi ovunque mentre il trasporto in superficie è stato fortemente rallentato. A Roma hanno viaggiato secondo l’Atac circa la metà dei bus (adesioni al 50%) mentre a Milano le adesioni alla protesta, secondo l’Atm, hanno superato il 56%. A Torino hanno aderito il 90% dei lavoratori, percentuale di poco superiore a quella di Venezia. Nella navigazione le adesioni hanno raggiunto il 61%.