Siria, ok Parlamento turco a azioni militari Damasco si scusa per l’attacco

BEIRUT – Il governo siriano ha presentato le sue scuse al governo turco per i colpi di mortaio sparati martedì che hanno provocato almeno cinque vittime nel villaggio di Akcakale, nella provincia meridionale turca di Saliurfa. Lo ha annunciato il vice primo ministro turco, Besir Atalay, parlando con la stampa. Damasco ”ha ammesso di essere responsabile di quanto accaduto e si è scusata con le autorità turche”, ha affermato Atalay.
Le scuse arrivano dopo che il Parlamento turco, riunito a porte chiuse, ha approvato la richiesta del governo di Erdogan di poter condurre – se necessario – operazioni militari fuori dal confine nazionale per un anno. Una mozione che, secondo quanto dichiarato dal vicepremier turco, non rappresenta comunque un mandato di guerra ma ha solo carattere dissuasivo. E verso Damasco e il regime Bashar Al Assad, era arrivato anche il pressing di Mosca. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, riferendo di avere avuto dal governo siriano la conferma che il bombardamento in territorio turco è avvenuto per errore, ha infatti chiesto al regime di fornire rassicurazioni sul fatto che non ci saranno più in futuro incidenti militari di confine. La situazione, ha detto il responsabile della diplomazia russa, “sta peggiorando ogni giorno e il conflitto si sta dirigendo verso un punto di non ritorno”.
Sempre sul fronte diplomatico attestati di solidarietà alla Turchia sono arrivati da tutte le parti. Per il ministro degli Esteri, Giulio Terzi la richiesta del governo di Ankara al parlamento turco è “perfettamente legittima”. “E’ una valutazione che dà il governo di Ankara e credo che sia perfettamente legittimato a chiederla”, ha dichiarato. “Nel consiglio atlantico di questa notte è stato riaffermato il principio della indivisibilità della sicurezza” dei Paesi dell’Alleanza atlantica, ha poi ricordato Terzi commentando l’incidente militare. “Per il momento – ha aggiunto – si è rimasti sul piano dell’articolo 4”, vale a dire quello della consultazione e concertazione politica tra i Paesi della Nato. Quanto al principio della “indivisibilità della sicurezza è un principio al quale i membri dell’Alleanza atlantica tengono molto. Per questo – ha concluso – ribadisco la mia solidarietà e quella del governo italiano al governo turco”.
Anche la Nato ha espresso ”solidarietà” alla Turchia e in un comunicato, emesso alla fine di un vertice urgente a Bruxelles per discutere dell’incidente “chiede l’immediata cessazione di tali atti ed esorta il regime siriano a porre fine alle violazioni flagranti del diritto internazionale. Da Washington, hanno fatto eco la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato, assicurando che gli Stati Uniti sono al fianco della Turchia. Assad se ne deve andare via una volta per tutte – sostiene con fermezza l’amministrazione Obama – e in Siria deve partire una transizione politica.
Ferma condanna agli attacchi condotti dall’esercito siriano è arrivata anche dall’Unione europea. ”L’incidente – dice in una nota il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton – indica chiaramente quali tragici effetti puo’ avere sui Paesi vicini la crisi siriana. Ancora una volta chiedo con urgenza alle autorità siriane di porre fine immediatamente alle violenze e di rispettare la sovranità e l’integhrità dei Paesi vicini. Simili violazioni della sovranità turca non possono essere tollerate”. Infine, la Ashton ha rivolto un appello “alla moderazione a tutte le parti”, assicurando che l’Ue “continuerà a seguire la situazione molto da vicino”.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, si è detto “preoccupato” per il rischio che “la crisi siriana dilaghi nei Paesi confinanti come avvenuto con la Turchia”. Lo ha dichiarato il portavoce di Ban, Martin Nesirsky, citato dall’agenzia d’informazione ‘Dpa’. Il portavoce ha quindi reso noto che l’inviato speciale di Lega Araba e Onu per la crisi in Siria, Lakhdar Brahimi, ha contattato i governi di Ankara e Damasco per invitarli alla moderazione.
Intanto ieri mattina sono proseguite le operazioni dell’artiglieria turca verso il territorio siriano. Nel mirino, secondo l’attivista Rami al-Idlibi della zona nordoccidentale di Idlib, c’è sempre ”l’area di Tal Abyad, dove si trovano postazioni dell’Esercito di Damasco”.
Nella stessa zona almeno cinque soldati delle forze fedeli al regime di Bashar al-Assad sono morti e più di 15 sono rimasti feriti nel corso di raid notturni turchi scattati dopo che i colpi di mortaio sparati dalla Siria hanno colpito la provincia turca di Sanliurfa, uccidendo una donna e quattro suoi figli.

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