Romney attacca Obama: “Ha fallito in Medioriente”

LEXINGTON – Mitt Romney parte all’attacco sulla politica estera di Barack Obama. Dopo essersi aggiudicato, secondo alcuni analisti, il dibattito televisivo con l’ex presidente, incentrato principalmente sulla politica interna e la crisi economica, il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, ha iniziato a spostare il focus sulla situazione internazionale e la gestione Obama. Il rischio di un conflitto in Medioriente, ha detto Romney intervenendo a un evento all’istituto militare della Virginia a Lexington, è più alto ora rispetto al 2008, quando Obama assunse l’incarico di presidente. Il repubblicano ha quindi chiesto “un cambio di rotta” nella regione e accusato il presidente di “passività” nella gestione degli eventi, comportamento che a suo avviso ha limitato l’influenza dell’America negli affari globali.
Dopo aver dichiarato che “in Medioriente c’è un desiderio di leadership americana”, Romney ha espresso la volontà di creare nuove condizioni di sostegno all’Egitto e di varare sanzioni più severe contro l’Iran. Dure anche le sue parole sull’Iraq. “L’abilità degli Usa di influenzare gli eventi per un Iraq migliore sono stati minati dall’improvviso ritiro completo delle nostre truppe”, ha dichiarato il repubblicano, sostenendo che i progressi ottenuti dagli Usa nel Paese, durante la guerra iniziata dall’ex presidente repubblicano George W. Bush, si sono ridotti.
Un impegno poi per la crisi siriana. In caso di elezione alla Casa Bianca, Romney ha promesso di lavorare con i partner internazionali per aiutare i ribelli a sconfiggere militarmente il presidente Bashar Assad. Gli assistenti del candidato repubblicano hanno puntualizzato che Romney non sta auspicando che gli Usa armino direttamente i ribelli, ma sosterrà provvedimenti mirati a dare all’opposizione abbastanza mezzi da costringere Assad a lasciare il potere.

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