Turchia-Siria ancora tensioni Onu: “Escalation pericolosa”

ANKARA – Non si placano le tensioni sul confine tra Turchia e Siria. Per il sesto giorno consecutivo, infatti, l’esercito di Ankara ha risposto con l’artiglieria ai colpi di mortaio provenienti dal territorio del Paese vicino. Ieri, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa di Stato turca Anadolu, un colpo ha raggiunto un campo di cotone vicino alla città di Altinozu, nella provincia di Hatay. Anche se nell’area c’erano persone al lavoro, non si riportano feriti. A riferire la notizia della risposta turca al fuoco è l’ufficio del governatore della provincia di Hatay.

La preoccupazione
di Ban Ki-moon
L’escalation del conflitto lungo il confine tra la Siria e la Turchia è “estremamente pericolosa”. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, evidenziando anche i rischi dell’impatto che la guerra in Siria ha sul Libano. Intervenendo nel corso del Forum mondiale per la democrazia a Strasburgo, Ban si è detto “profondamente turbato” dal continuo flusso di armi destinate a entrambe le parti del conflitto in Siria, aggiungendo che teme che la crisi sia una minaccia per la stabilità dell’intera regione. Ban ha ribadito che la “soluzione politica è l’unico modo per porre fine a questa crisi” e ha annunciato che l’inviato dell’Onu e della Lega araba in Siria, Lakhdar Brahimi, tornerà nella regione questa settimana per portare avanti gli sforzi internazionali volti a realizzare una transizione politica in Siria.

Cns valuta vice di Assad
come leader ad interim
Il Consiglio nazionale siriano si incontrerà la prossima settimana in Qatar e discuterà anche della possibilità che l’attuale vice presidente siriano, Farouk al-Sharaa, possa subentrare come leader ad interim in caso di dimissioni di Assad. A dirlo è Abdulbaset Sieda, a capo del Cns con base in Turchia. Sieda spiega che l’opposizione siriana potrebbe accettare che alcuni membri del partito Baath del presidente Bashar Assad giochino un ruolo nel futuro politico della Siria, purché non siano coinvolti in uccisioni avvenute durante la rivolta e la guerra civile. L’ipotesi di al-Sharaa è stata suggerita dalla Turchia. Finora l’opposizione aveva sostenuto di volere la completa rimozione dei membri del regime di Assad e della cerchia a lui vicina.
“Siamo a favore di qualsiasi soluzione che possa fermare le uccisioni in Siria e rispettare le ambizioni del popolo siriano, garantendo che non ci saranno un ritorno alla dittatura e tirannia”, ha detto Sieda contattato al telefono in Turchia. Per quanto riguarda al-Sharaa, ha spiegato il leader del Cns, “non abbiamo informazioni che abbia partecipato alle uccisioni o dato ordini, ma appartiene alla leadership politica”. Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha dichiarato sabato che al-Sharaa è una figura “le cui mani non sono sporche di sangue” e di conseguenza accettabile per i gruppi dell’opposizione siriana. Funzionari siriani hanno fatto sapere che Assad rimarrà presidente fino alla scadenza del mandato nel 2014 e le successive elezioni, alle quali si candiderà insieme ad altre persone.
L’opposizione siriana, ha detto Sieda, non ripeterà la politica adottata in Iraq, quando i membri del partito Baath di Saddam Hussein furono costretti a lasciare il lavoro dopo la caduta del governo a seguito dell’invasione statunitense del Paese. “Semplicemente – ha affermato – elimineremo tutti i privilegi illegittimi e i funzionari che hanno commesso reati saranno processati”. Sieda ha aggiunto che “il partito Baath porterà avanti le proprie attività nel rispetto del processo democratico: non adotteremo una politica di vendetta e conserveremo le istituzioni dello Stato”.

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