Liberata una delle Pussy Riot, per le altre pena confermata

MOSCA – La corte di appello di Mosca ha deciso la liberazione di una delle componenti del gruppo Pussy Riot, la 30enne Yekaterina Samutsevich. Niente da fare per le altre due, la 22enne Nadezhda Tolokonnikova e la 24enne Maria Alekhina che rimarranno in carcere e saranno probabilmente trasferite in una colonia penale per scontare la condanna a due anni di detenzione. La decisione del giudice di sospendere la pena per la Samutsevich è stata motivata dal fatto che la giovane fu tirata fuori dalla cattedrale di Cristo Salvatore dall’intervento delle guardie prima di poter prendere parte alla performance incriminata. “La punizione per un crimine incompleto è molto più leggera rispetto a quella di un reato completo. Lei non ha partecipato alle azioni che la corte ha ritenuto rappresentassero teppismo”, ha detto l’avvocato della Samutsevich, Irina Khrunova.
Le tre ragazze erano presenti ieri in aula, rinchiuse nella gabbia di vetro conosciuta in gergo come ‘acquario’. “Se abbiamo offeso qualche credente in modo non intenzionale – ha detto la stessa Samutsevich, 30 anni – esprimiamo le nostre scuse. L’idea della protesta era politica, non religiosa. In questa e in precedenti proteste abbiamo agito contro l’attuale governo del presidente, e contro la Chiesa ortodossa russa in quanto istituzione del governo, contro i commenti politici del patriarca russo. Proprio per questo io non penso di aver commesso un crimine”.
L’udienza si sarebbe dovuta tenere il primo ottobre, ma era stata rinviata proprio perché la Samutsevich ha licenziato i propri precedenti avvocati difensori. I procuratori hanno criticato la mossa, definendola una tattica per ritardare le procedure. Il padre della giovane liberata, Stanislav Samutsevich, ha attribuito la decisione favorevole alla figlia proprio al cambio di legali. L’uomo si è detto profondamente dispiaciuto per le altre due ragazze, che dovrebbero ora venire trasferite in una colonia penale per scontare la pena.

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