Bersani tiene il punto: “Non rottamo ma valgono le regole”

ROMA – Pier Luigi Bersani non rottama nessuno ma nemmeno nominerà nessuno perchè ‘’bisogna stare alle regole’’. Il giorno dopo il grande strappo con Massimo D’Alema, il segretario del Pd tiene il punto. E non potrebbe fare altrimenti, convinto che il rinnovamento sia necessario e speranzoso che ‘’lo faremo lavorando tutti insieme’’ anche con il presidente del Copasir. Una mano tesa al ‘compagno’ di sempre anche per evitare di aprire un conflitto proprio con i suoi ‘grandi elettori’ alle primarie che non sembrano proprio disposti a farsi rottamare.
Il presidente del Copasir è molto amareggiato, per usare un eufemismo, dopo l’altolà arrivato sulla sua ricandidatura e, come ammette lo stesso Bersani, ‘’combatterà fino alla morte contro la rottamazione’’. I dalemiani doc già contano le ‘truppe’ dell’ex premier che, secondo i calcoli della ‘Velina Rossa’, sarebbero già stati determinanti per far vincere Bersani alle primarie del 2009, quando, grazie a D’Alema, il segretario Pd vinse con il 69 per cento in Puglia e diede a Bersani percentuali tra il 70 e il 72% tra la Calabria e la Campania.
Dal canto suo, l’ex ministro degli Esteri ribadisce che sarà il partito a decidere ‘’al momento opportuno’’ e avvisa:
– Se c’è qualcuno che crede che io ormai sia un cane morto, credo proprio che in termini di consensi reali, nel partito e nel Paese, si stia sbagliando.
La tensione è tale che Bersani arriva a dire che se nella riforma elettorale ci fossero le preferenze, con le quali ognuno si misura e la rottamazione si decide a suon di voti, lui ci ‘’andrebbe a nozze’’. Salvo poi aggiungere che il fine del Pd è ‘’pensare all’Italia’’ e non a destini personali o battaglie intestine.
– Una lotta tra nomenklature – sintetizza Nichi Vendola – che rischia di occultare la questione vera che è rottamare il liberismo e il berlusconismo.
Sta a guardare il ‘rottamatore’ per eccellenza, Matteo Renzi, che ammette che la parola rottamazione è ‘’truce e volgare’’ e prende le distanze da chi su Facebook rappresenta un finto D’Alema ‘’asfaltato’’ dal camper del sindaco. In realtà lo sfidante di Bersani non sembra intenzionato a mollare la presa. Anche perchè ‘’cambiando le regole Pier Luigi Bersani mi ha deluso e il giochino del poliziotto buono mentre gli altri fanno i cattivi ha le gambe corte’’.
Mentre i renziani tentano l’ultima battaglia nella commissione di garanzia per modificare le norme per le primarie, il sindaco apre un altro fronte caldo: quello dei costi delle campagne elettorali dei vari candidati.
– La mia costerà circa 250mila euro – sostiene Renzi – ma Bersani e Renzi sono disponibili a mettere on line le fatture degli ultimi tre anni dei suoi dirigenti?.
Sfida che i suoi avversari accolgono rilanciando.
– Metteremo tutto on line – assicura Bersani – ma lo faccia anche lui che così siamo tutti a posto.
E il coordinatore della campagna di Vendola, Nicola Fratoianni, non risparmia frecciate:
– Noi spendiamo poco, non viaggiamo su jet privati nè su eleganti Suv. La nostra campagna costa un quinto di quella di Renzi.

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