Colombia, Menchú: “Passo cruciale per l’America Latina”

BOGOTÀ – “Desideriamo una pace stabile e duratura per la Colombia”: così si è espressa in merito al negoziato intrapreso tra governo e Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) Rigoberta Menchú, a cui 20 anni fa venne assegnato il primo e unico Nobel per la Pace concesso a una donna centroamericana per il suo impegno in difesa dei diritti umani.
In visita nel paese sudamericano per la Fiera letteraria di Bucaramanga, in cui ha presentato un nuovo libro autobiografico, la dirigente indigena guatemalteca ha definito il processo di pace avviato nei giorni scorsi a Oslo tra l’esecutivo di Juan Manuel Santos e la guerriglia “cruciale, non solo per la Colombia ma per l’intera America Latina”. Ha quindi chiesto che l’agenda del dialogo “tenga conto anche delle rivendicazioni e della voce dei popoli indigeni” ed esortato “i fratelli indigeni a contribuire a questa agenda e a costruire uno scenario di partecipazione nella strada verso la pace”.
La procura generale colombiana ha intanto riferito di aver sospeso due mandati di cattura che pendevano per “ribellione” sull’olandese Tanjia Nijmeijer, designata delegata delle Farc al processo di pace. Conosciuta anche come Alexandra o Eillen, militante della guerriglia da un decennio, Nijmeijer è ricercata dalla magistratura statunitense per il sequestro di tre ‘contractors’ statunitensi nel 2003; ostaggi liberati nel 2008 con l’operazione che mise fine alla prigionia dell’ex candidata presidenziale Ingrid Betancourt.
Sono in totale 191 i mandati d’arresto accumulati da 29 membri delle Farc che sono stati temporaneamente sospesi per consentire la loro partecipazione al negoziato: 132 riguardano solo Iván Márquez, capo della delegazione dei negoziatori della guerriglia, già condannato in contumacia per terrorismo. La misura sarà effettiva solo nei territori della Norvegia e di Cuba, paesi garanti e sedi del negoziato.

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