Grandi rischi, ministro Clini: “L’unico precedente è Galileo”

ROMA – “Aspetto di leggere le motivazioni che saranno molto utili per capire; perché se fossero stati condannati per non aver previsto sarebbe assurdo”. Così il ministro dell’Ambiente Corrado Clini sulla sentenza per i componenti della commissione Grandi rischi sul terremoto de L’Aquila. “Non ho mai capito il nodo dell’accusa – spiega Clini parlando a Radio anch’io – e perciò della condanna”.
– Aver affidato le decisioni politiche a un comitato di tecnici e scienziati penso sia stato l’errore de L’Aquila – spiega Clini -. Deve cambiare o essere più chiara la catena di comando; non si può chiedere a tecnici e scienziati di assumersi una responsabilità che – conclude – dovrebbe essere amministrativa e in ultima istanza della politica. Quello che serve è avere un quadro di informazioni il più chiaro possibile; a fronte di questo si devono assumere gli scenari di rischio che possono sembrare i più cautelativi.
Allo stesso modo il ministro – parlando anche di rischio da dissesto idrogeologico – ritiene necessario “investire nella prevenzione”, ribadendo che “nel frattempo le allerte alla popolazione devono essere le più cautelative possibili”.
Il consiglio dei Ministri discuterà domani della Commissione Grandi Rischi dopo la condanna per il terremoto di L’Aquila e chiederà il ritiro delle dimissioni. A dirlo è stato il ministro per l’Ambiente.
– Chiedere di ritirare le dimissioni? Abbiamo consiglio dei ministri venerdì, la nostra opinione è questa. La commissione deve continuare a lavorare, chi fa questo lavoro deve avere serenità di poter esprimere dubbi.
Per il ministro Clini le Commissioni, come quella Grandi Rischi, devono “poter dare margine di incertezza, poi spetta a noi politici scegliere”.
– Spetta alla politica difendere e proteggere la libertà delle Commissioni di consulenza – ha aggiunto il ministro – di poter fare quello che devono senza vincoli.
Per il ministro dell’ambiente Corrado Clini “se i membri della commissione Grandi Rischi sono stati condannati perché non hanno fatto una previsione esatta questo è assurdo”. Ma la per il ministro la sentenza è “un errore anche se si ritiene che gli esperti che fanno le previsioni devono anche assumersi la responsabilità di cosa bisogna fare. “Non ho capito quali siano le motivazioni della condanna le voglio leggere”.
– Se si vuole imporre per legge che non c’é dubbio, allora possiamo smettere. Se questa è la motivazione, tutti quelli che stanno protestando contro l’Italia hanno ragione. Non sono gli scienziati – ha ribadito Clini – che devono dire al Governo o a una amministrazione locale cosa fare, gli scienziati dicono cosa può succedere. Il tema centrale è il rapporto tra le commissioni, la Grandi Rischi e le altre, che fanno consulenza per il Governo e le amministrazioni, e il livello delle decisioni. Noi dobbiamo assicurare alle commissioni la libertà di poterlo fare assumendoci la responsabilità delle decisioni che dobbiamo prendere.
“Hanno ragione quelli che dicono che l’unico precedente a questa sentenza è quello di Galileo”, secondo Clini. “Spero che in secondo grado venga del tutto ribaltata”.
– La commissione è oggetto di questa condanna perché è stato attribuito a una valutazione scientifica un valore ordinativo. E questo è totalmente assurdo. Interpreto questa sentenza come stimolo all’amministrazione e non per scaricarla. Temo – rileva ancora Clini – che la magistratura abbia fotografato una situazione di incertezza, ed è per questo che credo che la sentenza vada interpretata con una presa di responsabilità da parte delle istituzioni. Il governo deve assolutamente respingere le dimissioni della commissione Grandi rischi – osserva Clini – Non spetta agli scienziati decidere ma, in libertà ed autonomia fornire un quadro, dare un ‘range’ dell’incertezza e del dubbio. Per questo ho detto al presidente dell’Ispra De Bernardinis che non se ne parla proprio di dimissioni. Anzi dobbiamo continuare a dare fiducia a questi esperti. Il problema non è il ruolo degli esperti ma dell’amministrazione. È poi necessario che le strutture sul territorio abbiano il massimo sostegno. Non è che abbiamo un altro sistema di Protezione civile; e questo sistema va rinforzato tutelando la sua autonomia.
Il richiamo alla condanna di Galileo Galilei come precedente della sentenza dei giudici dell’Aquila sul terremoto, fatto dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini, “non è un’affermazione corretta”. E’ l’opinione espressa dal presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Sabelli. Le critiche alle sentenze, ha ribadito Sabelli “devono essere rispettose ed espresse in modo corretto e informato sulla base di una conoscenza dei fatti”. E, premettendo di “non volere entrare nel merito, non conoscendo le motivazioni”, il presidente dell’Anm ha sottolineato che “leggendo le imputazioni si evince che l’accusa non si fonda sulla pretesa di prevedere i terremoti. Ciò che si contesta è l’errata analisi dei rischi che ha portato a un’informazione tranquillizzante non corretta”.