Anselmi: “Nella legge disprezzo libertà di stampa”

ROMA – In un’Aula del Senato praticamente deserta ha preso il via ieri mattina l’esame del ddl sulla diffamazione. Per il momento, senza votazioni. La polemica però è già aspra.
C’è chi dichiara, come Maria Elisabetta Alberti Casellati (Pdl) che è “auspicabile” l’approvazione di questo provvedimento nato per evitare il carcere all’allora direttore di ‘Libero’ Alessandro Sallusti. E c’è chi come Vincenzo Vita (Pd) chiede che si cambi perché se il testo resta così com’è, almeno lui, non lo voterà mai. Alberto Maritati (Pd), invece, dice che non è in discussione la libertà di stampa, ma solo l’ipotesi di “reati” che come tali vanno puniti. “Non c’è nessuna lesione”, secondo Maritati, neanche per quanto riguarda la parte della normativa che punta a disciplinare la ‘diffamazione’ sul web. Vannino Chiti, poi, uno di firmatari del ddl insieme a Maurizio Gasparri, sembra averci ripensato e ai suoi in Transatlantico propone di cambiare il testo almeno per quanto riguarda la pena pecuniaria che, secondo lui, “non dovrebbe superare i 50mila euro”.
– Oggi queste norme sono assurde e pericolose, possono condizionare la sopravvivenza di molti giornali e rivelano un assoluto disprezzo per la libertà di stampa. E’ auspicabile che il dibattito le modifichi radicalmente – afferma dal canto suo il presidente Fieg, Giulio Anselmi -. Le norme sulla stampa in discussione al Senato – afferma – introducono un elemento di buon senso con l’abolizione del carcere, pena evidentemente sproporzionata, ma propongono anche elementi assurdi e pericolosi per la misura delle sanzioni economiche e per le modalità delle rettifiche. Sanzioni economiche e rettifiche sono elementi di per sé giusti se commisurati all’entità del danno e alla tutela dell’onorabilità delle persone offese, ma allo stato appaiono falsati da una volontà vessatoria nei confronti dell’informazione. Oggi queste norme – conclude il presidente Fieg – sono assurde e pericolose, possono condizionare la sopravvivenza di molti giornali e rivelano un assoluto disprezzo per la libertà di stampa che è fondamento della democrazia. E’ auspicabile che il dibattito le modifichi radicalmente.

Giornali a rischio chiusura, Grillo: “Bene!”
“Finalmente una buona notizia. Ogni tanto bisogna guardare il grande cielo azzurro e tirare il fiato. 70 giornali rischiano di chiudere. Finora sono stati finanziati dalle nostre tasse per raccontarci le loro balle virtuali. Franco Siddi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa è preoccupato per il pluralismo dell’informazione, ma soprattutto per i soldi”. Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo.
– Bye, bye giornali, e’ stato bello, anche grazie a voi, arrivare sessantunesimi al mondo per la libertà di informazione – conclude il leader del Movimento 5 stelle.

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