L’incognita Vendola sulle primarie Bersani insiste: “No al Monti-bis”

ROMA – Per il rotto della cuffia anche Laura Puppato, la candidata ‘’con il burqua mediatico’’ come si era autodefinita, ce l’ha fatta a presentare le 20 mila firme per candidarsi. Con i 5 candidati in pista (Bersani, Renzi, Vendola, Tabacci, Puppato), prendono il via ufficialmente le primarie del centrosinistra e Pier Luigi Bersani avvicina anche la data del confronto tv. Ma sulla sfida pesa l’incognita della sentenza barese su Nichi Vendola che, se candidato, rinuncerà alla corsa per la premiership e alla politica, ipotesi che il Pd teme mentre le primarie del Pdl sono viste come un argine in più all’antipolitica e a Beppe Grillo.
C’e’ uno scenario che, più di tutti, Pier Luigi Bersani è impegnato a scongiurare. E non è tanto un nuovo Berlusconi, che potrebbe emergere dalle primarie del Pdl, ma un Monti bis, originato dalla paralisi post-elettorale causata dalla mancanza di un vincitore certo. Le possibilità di andare ad un nuovo governo del Professore dopo il 2013 ‘’sono pari a zero se questo significa andare avanti con maggioranze spurie’’, tuona il segretario Pd dopo aver incontrato a Parigi il presidente francese Francois Hollande in un tour mirato a rassicurare l’Europa sulla stabilità politica in caso di vittoria del centrosinistra. Altro discorso è l’impegno del Pd affinchè il Professore ‘’non torni alla Bocconi’’, per il quale Bersani, anche contraddicendo Vendola, tesse la tela non escludendo un futuro al Quirinale.
Il riconoscimento del ruolo di Mario Monti è un punto centrale di Bruno Tabacci, che ieri si è candidato, ha rimesso le deleghe da assessore a Milano e chiede con un documento aggiuntivo che il Professore rientri nella Carta di intenti, nella quale non vi era traccia. Non è un caso che, dei 5 candidati alle primarie, Bersani ringrazi solo Tabacci, che, nelle speranze del segretario Pd, è il ponte per una futura intesa di governo con i centristi di Pier Ferdinando Casini. Certo se la presenza di Tabacci, ma non dell’Api, garantisce l’area moderata del centrosinistra, il ritiro di Vendola dalla politica, se fosse condannato nel processo sulla sanità barese, aprirebbe un preoccupante vuoto a sinistra del Pd. Uno scenario che Bersani auspica non si verifichi, anche perchè in quel caso gli unici due veri sfidanti alle primarie sarebbero lui e Renzi.
Il sindaco di Firenze intende continuare ‘’a gareggiare così contro tutti’’ e annuncia ‘’sorprese ‘da botto’’’ forse già oggi quando punta al gran pienone al Mandela Forum di Firenze. Nella tana del lupo, a Firenze, Bersani ci andrà lunedì: non vedrà Renzi ma incontrarà lavoratori, con un pranzo alla mensa della Selex Galileo, per poi spostarsi in un’azienda tessile di Prato.
Ma al di là dei messaggi, la battaglia continua sulle regole anche se una piccola mediazione c’è. Oggi il comitato dei Garanti delle primarie ha presentato una contro-memoria all’Authority della Privacy, che deciderà la prossima settimana, sostenendo che non ci sono rischi per la privacy.
Ma, anche a detta dei renziani, un riequilibrio è in corso: sarà possibile la registrazione anche on line anche se questo non toglie che si dovrà ritirare il certificato elettorale negli uffici e poi andare a votare ai gazebo. E sul punto, fortemente attaccato da Renzi della pubblicazione on line dei partecipanti, oggi Luigi Berlinguer fa chiarezza affermando che ‘’nei documenti dei garanti la forma di comunicazione online non è prevista nè consentita’’.

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