Siria, ma quale tregua? Brahimi: “La crisi sta peggiorando”

DAMASCO – I caccia siriani sono tornati a bombardare Damasco mentre l’inviato dell’Onu, Lakhdar Brahimi, è volato a Mosca per un nuovo tentativo di riportare la pasce nel Paese mediorientale. Bombe sono state lanciate in diversi quartieri della capitale siriana nel quarto giorno della tregua dichiarata unilateralmente, sia dal governo siriano che da gran parte dei gruppi ribelli. I raid, ha riferito il Consiglio generale della rivoluzione siriana, hanno riguardato la parte nord della capitale siriana e in particolare il quartiere di Harasta, dove sono in corso scontri tra l’esercito regolare e i ribelli. A Douma, invece, vicino a Damasco, sono morti tre civili negli scontri tra i lealisti ed elementi delle milizie ribelli. Nella notte il fuoco dell’artiglieria regolare aveva colpito Al-Hajar Al-Aswad, quartiere a sud di Damasco, e diverse esplosioni sono avvenute nel vicino quartiere Qadam. La tregua cercata e ottenuta da Brahimi si e’ rivelata, in realta’, solo una promessa delle parti a cui non sono seguiti i fatti sul terreno. L’inviato dell’Onu è andato al Cremlino per trovare una via d’uscita dal conflitto che abbia l’approvazione della Russia, paese storicamente amico della Siria di Bashar Assad.
La crisi siriana “sta peggiorando”: ha ammesso Lakhadr Brahimi, intervenendo da Mosca. Da Beirut, intanto, le Ong legate alla dissidenza siriana affermano che i raid aerei effettuati ieri dall’aviazione di Assad sono “i piu’ pesanti” da quando e’ stato deciso di impiegare i caccia per fermare i ribelli.

Artiglieria turca risponde a proiettile di contraerea siriana
L’esercito turco ha risposto con colpi di artiglieria a un proiettile di contraerea sparato dalla Siria. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu, precisando che il proiettile è caduto a circa 300 metri dal villaggio di confine di Besaslan, senza provocare feriti. Ankara risponde agli attacchi provenienti dalla Siria dal 3 ottobre scorso, quando un razzo è caduto su un’abitazione uccidendo cinque civili turchi. Non è chiaro se il proiettile di contraerea sia stato sparato da forze fedeli al presidente Bashar Assad o dai ribelli.
Nel fine settimana sono scoppiati scontri tra soldati governativi e combattenti dell’opposizione nei pressi della città di Haram, nella provincia siriana di Idlib al confine con Beseslan.

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