Il 75% delle famiglie di immigrati ha un conto in banca

ROMA – Il signor Hussein, il dottor Chen, la famiglia Popescu. Sempre più immigrati si rivolgono alle banche italiane e i conti intestati a stranieri nelle filiali degli istituti di credito e di BancoPosta sfiorano 1,8 milioni, secondo l’Osservatorio sull’inclusione finanziaria dei migranti a cura dell’Abi, del ministero dell’Interno e del centro studi CeSpi. Ha un conto almeno il 75% delle famiglie e il 61,2% dei residenti stranieri.
Questo dato tende a essere sottostimato perchè non include le carte ricaricabili con Iban, che spesso sono il primo strumento finanziario a cui si affidano i nuovi italiani. L’indice di bancarizzazione mostra in ogni caso un fenomeno in evoluzione, molto più avanti al Nord Italia (dove il 67% degli adulti ha un conto), che al Centro (53%) e al Sud (21%).
Gli uomini sono ‘bancarizzati’ nel 71% nei casi e le donne nel 63%, però sono queste a risparmiare di più: il 37,4% delle signore mette da parte qualcosa rispetto al 31% degli uomini. Tra le nazionalità, le più presenti nelle banche italiane sono quella egiziana (83% ha un conto), tunisina (78%), peruviana (76%) e cinese (73%).
La crisi ha influito marginalmente sull’integrazione finanziaria con un calo dei conti intestati a immigrati del 3% tra il 2009 e il 2010. Le rimesse, al contrario, sono continuate ad aumentare fino a raggiungere, secondo i dati della Banca d’Italia, 7,4 miliardi di euro nel 2011 (+12,5% sul 2010), pari a circa 3 mila euro a persona. Vengono affidati alle banche soprattutto gli invii superiori a mille euro, mentre per le somme minori ci si rivolge spesso ad altri circuiti.
– L’integrazione finanziaria – ha detto il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini – è un processo che sta andando avanti nonostante la crisi ed è un modo per fa sì che la diversità e la contaminazione tra culture si trasformino anche in una ricchezza per il paese.