Un milione di famiglie a reddito zero eppure spende

ROMA – Una famiglia su cinque, 4,3 milioni di nuclei, presenta spese non allineate ai redditi. E tra loro un milione, a fronte di esborsi abituali e significativi, dichiara guadagni quasi azzerati. E’ tra queste fila che si potrebbe nascondere un esercito di evasori. Ma l’Agenzia delle Entrate, che ha condotto l’indagine in base alla versione aggiornata del redditometro, avverte come la mancata corrispondenza tra uscite ed entrate ‘’non è automaticamente rappresentativa di un’evasione’’.
Il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, spiega che la discrepanza può avere ‘’mille giustificazioni’’, tra cui ‘’donazioni e regali’’. La ricerca comunque conferma che il tasso di irregolarità è maggiore nel reddito d’impresa e da lavoro autonomo e rileva la presenza di affitti celati e guadagni in nero di dipendenti, probabilmente seconde occupazioni. Lo studio svela così i poteri delle nuove ‘armi’ contro il sommerso diffuso: il redditest, approdato on line, e l’ultimo redditometro, pronto per diventare operativo all’inizio del nuovo anno.
Si tratta di sistemi che si basano sul confronto tra reddito prodotto e spese sostenute, ma il redditest è semplicemente un programma a disposizione del contribuente, scaricabile via web, per una verifica ‘in privato’ della coerenza entrate-uscite familiari. Mentre il novo redditometro è nelle mani del fisco. L’Agenzia delle Entrate ha fatto calare così il velo sulle due novita’, dopo una lunga fase di sperimentazione.
– Il redditest – sottolinea Befera – non è uno strumento obbligatorio, ma utile a chi ha dei dubbi sul rapporto di coerenza tra uscite ed entrate. Due sono i possibili risultati dell’autoverifica, che ognuno può fare via internet senza preoccuparsi di lasciare tracce sul web: chi vede accendersi una luce verde può stare tranquillo, avendo esborsi a prova di fisco, chi, invece, si trova davanti a un semaforo rosso dovrebbe riflettere sulla propria dichiarazioni dei redditi.
Il redditometro, invece, si basa su 100 voci di spesa, dati certi, come i pagamenti sostenuti e le situazioni di fatto (spese medie di tipo corrente, risultanti dall’analisi annuale dell’Istat). Il controllo incrociato con le dichiarazioni permette poi di misurare la coerenza tra uscite ed entrate. Per rendere operativo il redditometro manca solo un decreto del ministero dell’Economia.
Befera assicura che ‘’a gennaio sarà sicuramente utilizzabile’’, adoprando ‘’la massima cautela e solo per differenze eclatanti’’. Tra i punti di forza del nuovo strumento c’è l’obbligatorietà del ‘’doppio contradditorio’’
Intanto dalla Banche Svizzere arriva l’ok per l’accordo fiscale con l’Italia.
– I nostri clienti italiani lo vogliono e certamente lo vogliamo noi – afferma il vicepresidente della direzione dell’Associazione svizzera dei banchieri, Jakob Schaad -. I soldi arriveranno in Italia senza bisogno di un esercito di finanzieri in giro.
Gli istituti di credito elvetici, infatti, faranno da sostituto di imposta ai clienti della Penisola che si regolarizzeranno mantenendo l’anonimato

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