Alonso obbligato a fare ‘13’: “Io nulla da perdere”

ROMA  – Sarà l’ultima gara, la definitiva, la più importante. Lui, sulla pista brasiliana, non ha nulla da perdere. E così, la strategia della tensione la tiene a distanza. Insomma, l’ora del verdetto finale sta per scoccare. Fernando Alonso ne è cosciente così come lo è  che, sebbene in misura minore rispetto al rivale Sebastian Vettel, qualche chance di vincere il mondiale ancora ce l’ha: deve fare ’13’, il totale dei punti che lo distaccano dal tedesco della Red Bull, confidando anche in un po’ di fortuna che la cabala attribuisce a quel numero.

– Ora non dipende da noi, l’unica cosa che può succedere è vincere qualcosa – sorride lo spagnolo della Ferrari -: io non ho nulla da perdere, se vince Sebastian ci riproviamo il prossimo anno.

Insomma alla vigilia del Gp decisivo della stagione, il ferrarista invita alla normalita.

– Mi comporterò come fosse un fine settimana qualunque, cercando di conquistare più punti possibile – ha detto, sottolineando che pensa a fare bene la sua gara, con l’obiettivo di chiudere tra i primi tre e magari vedere Vettel arretrato -. Sarebbe bello finire sul podio con un punteggio minimo di 15 punti e poi, una volta tagliato il traguardo, vedere dov’é Sebastian e cercare di fare i calcoli – ha spiegato lo spagnolo -. Conquistare più di 13 punti è la nostra priorità. Quello che farà la Red Bull non è nelle nostre facoltà. Noi non abbiamo molto da perdere – ha ripetuto – Possiamo solo vincere e cercare di fare del nostro meglio.

Sulla penalità relativa al cambio che il team ha optato per Massa ad Austin, Alonso ha difeso la scelta presa.

– Abbiamo visto molte squadre, quest’anno e in passato, fare determinate cose per ottenere un vantaggio strategico, sfruttando i limiti del regolamento – ha tagliato corto – Quella di portare entrambe le vetture sul lato pulito della pista è stata una decisione strategica, dato che c’era in palio anche il titolo costruttori. Ha funzionato abbastanza bene e, anche se qualche persona ha storto il naso, io sono sempre orgoglioso della mia squadra, perché dice sempre la verità su ciò che fa.

Il Brasile come Abu Dhabi 2010. Certo, il paragone con il finale di due anni fa viene spontaneo. Allora era Alonso in vantaggio, ma fu Vettel a vincere il mondiale.

– La situazione ora è un po’  diversa – ha commentato il pilota spaggnolo –  abbiamo a disposizione DRS e KERS, che rendono il sorpasso più facile e, anche partendo dietro in griglia, si possono guadagnare posizioni – ha spiegato – può succedere di tutto fino alla bandiera a scacchi. Noi cercheremo di fare del nostro meglio e salire sul podio. Se vinceremo saremo molto felici, ma sappiamo che abbiamo bisogno di qualche strana combinazione di risultati. Se non vinceremo, ci congratuleremo con Vettel. Se la gara avverrà in circostanze normali finirà nel secondo modo, perché sarà molto difficile recuperare 13 punti. Se succede qualcosa, invece, forse possiamo vincere il campionato. Ma, dato che non tutto dipende da noi, la pressione é decisamente inferiore.

Il sipario sta per calare e già si pensa alla prossima stagione.

– Da quando è scesa in pista a Jerez, non siamo rimasti soddisfatti della vettura, ma siamo riusciti a migliorarla abbastanza tanto da lottare per il titolo, quindi ci saranno molti cambiamenti per il prossimo anno – ha assicurato -. Rispetto alle altre squadre, dovremo lavorare di più durante l’inverno per colmare il divario.

Scaccia la tensione anche Vettel, infastidito dal fatto che se vince lui è tutto merito della macchina.

– Per quello che so nessuno ha mai vinto con un’auto pessima – ha detto il tedesco – Nello sport può succedere di tutto, e noi restiamo concentrati: qui siamo sempre stati veloci, speriamo anche domenica e di portare a casa il massimo risultato.

Il rush finale è partito

A.di T.