Siria: Occidente riconosce l’opposizione, ma niente armi ai ribelli

BEIRUT  – Riconoscimenti sì, armi no. I Paesi occidentali, per la prima volta, hanno riconosciuto la principale coalizione di oppositori siriani all’estero come ‘’l’unica legittima rappresentante’’ del popolo siriano – una ‘benedizione’ che le forze che si oppongono al regime di Damasco attendevano da tempo – . Ma non nascondono il loro  scetticismo sull’azione dei gruppi armati; quelli che combattono sul fronte di guerra le forze lealiste.
Mentre nell’ambito diplomatico si tessono trame per facilitare l’accesso a armamenti alle forze che lottano contro il regime di al-Assad, sul terreno si sono registrate le consuete violenze. Una cinquantina le vittime segnalate da attivisti anti-regime. Quattro diverse esplosioni hanno scosso Damasco e un sobborgo: ingenti i danni materiali e almeno un morto secondo i media ufficiali. E, a confermare l’escalation, arriva dalle pagine del New York Times la notizia – diffusa da fonti dell’amministrazione Obama – secondo la quale le forze regolari di Bashar al-Assad avrebbero preso a sparare missili Scud sui ribelli nel nord del Paese.
A Marrakesh, in Marocco, è invece andata in scena una nuova riunione del Gruppo dei Paesi Amici della Siria. Questa piattaforma, costituita all’inizio del 2012, è integrata da un numero crescente di  Stati occidentali (tra cui l’Italia) e organismi internazionali come l’Onu e la Lega Araba. Nella dichiarazione finale, sottoscritta dall’Italia come dagli Usa,  si riconosce la Coalizione nazionale degli oppositori siriani come unica legittima rappresentante del popolo siriano.
La Coalizione – alla guida del leader musulmano sunnita Ahmad al Khatib – è stata ‘battezzata’ lo scorso novembre a Doha, in Qatar, su forte pressione occidentale e ha sostituito il Consiglio nazionale, raggruppamento nato nell’autunno 2011. Quest’ultimo era fortemente dominato dalla Fratellanza musulmana, movimento illegale in Siria dal 1980.
A nome dell’Italia – che sarà la sede della prossima riunione del Gruppo – a Marrakesh è intervenuto l’ambasciatore Maurizio Massari, il quale ha chiesto alla Coalizione nazionale di essere ‘’inclusiva’’, ha denunciato la sempre più  grave ‘’emergenza umanitaria’’ della Siria e ha indicato la necessità di ‘’una soluzione politica’’ per la crisi siriana che passi tuttavia dall’uscita di scena di Assad.
Al di là del sostegno formale dell’Occidente alla Coalizione – che si prefigge di costituire un governo di transizione per guidare il periodo successivo all’eventuale caduta del regime attuale – le potenze occidentali esprimono peraltro atteggiamenti cauti e differenziati riguardo all’appoggio materiale e militare ai gruppi armati anti-Assad. Tra questi spicca la sigla jihadista della Jabhat an Nusra (Fronte della Salvezza) inserita dagli Usa nella lista delle organizzazioni terroriste internazionali. A tal proposito il ministro francese Laurent Fabius, presente a Marrakesh, ha detto che Parigi non intende per il momento fornire armi ai ribelli perchè deve prima fare chiarezza sull’identità delle milizie operative sul terreno. Anche il governo britannico ha confermato oggi di non voler rivedere la decisione che impone un embargo sulle armi alla Siria, in tutte le direzioni.

L.C.

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