Rimborsi illegali, tra gli indagati anche Renzo Bossi e Minetti

MILANO  – Dopo il Lazio, la Lombardia. Scoppia lo scandalo dei rimborsi in Regione che coinvolge consiglieri (o ex consiglieri) vip come Nicole Minetti, imputata per il caso Ruby, e Renzo Bossi. Il figlio del senatur non é nuovo a quaste cose, visto che ha lasciato il Pirellone lo scorso aprile nel pieno dello scandalo sull’uso dei rimborsi elettorali da parte della Lega Nord. L’accusa é di peculato per la Minetti, che é giá stata invitata a comparire in procura il 19 dicembre, riguarda fra l’altro conti in locali di lusso, e l’acquisto del libro ‘Mignottocrazia’ di Paolo Guzzanti. Particolare, questo, che, nei corridoi del Pirellone, ha suscitato qualche ironia acida. Per Renzo Bossi, poi, si parla anche di spese per sigarette, Red Bull e videogiochi. Lui attraverso i suoi legali ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna notifica, di essere pronto ad essere ascoltato al piú presto e soprattutto ha sottolineato che tutte le spese si riferiscono all’attivitá politica e nessuna puó ‘’essere ricondotta ad esigenze personali’’.
Ad assicurare che non si tratta di un nuovo caso Lazio e’ stato, Il presidente della Regione, Roberto Formigone, con una battuta ha sottolineato che non si tratta di un nuovo “Caso Lazio”.
–  – ha detto – non c’é in Lombardia’
Riferimento all’ex capogruppo del Pdl del Lazio arrestato per peculato lo scorso ottobre.
– In Lombardia – ha aggiunto – le regole sono molto chiare, nette e del tutto diverse da quelle vigenti in altre Regioni: credo proprio che i nostri gruppi le abbiamo rispettate fino in fondo
Formigoni si é stupito che nell’indagine siano coinvolti solo alcuni partiti. Il capogruppo della Lega, Stefano Galli (fra gli indagati) ha detto che non riesce ‘’a capire il motivo, se non che é iniziata la campagna elettorale’’. L’inchiesta, che potrebbe allargarsi ulteriormente, riguarda per il momento 22 consiglieri di Pdl e Lega invitati a comparire. I magistrati hanno chiesto la documentazione delle spese di rappresentanza, di comunicazione, di consulenza e dei collaboratori a tutti gli altri partiti e anche a tutti gli assessorati, presidenza inclusa. I capigruppo dell’opposizione assicurano di aver rispettato la legge.
La questione, come era prevedibile, infiamma il dibattito in vista delle elezioni. Gabriele Albertini, candidato alla presidenza della Regione, definisce i controlli ‘’sacrosanti’’ e promette trasparenza Umberto Ambrosoli – candidato alle primarie del centrosinistra che si svolgeranno oggi – considera ‘’necessario selezionare per l’attivitá politica persone che abbiano dato prova di integrita’ morale’’ e il segretario della Lega Lombarda, Matteo Salvini, ha assicurato che con Roberto Maroni presidente ‘’nessun abuso sará tollerato’’.
– Si é trattato dell’ennesima prova, della quale non sentivamo assolutamente il bisogno – ha concluso Alessandra Kustermann, altra candidata alle primarie -, della mancanza di valori che purtroppo si registra all’interno delle istituzioni.