Oggi 15 milioni di elettori alle urne

IL CAIRO  – Sono circa 51 milioni gli elettori chiamati alle urne per il referendum sulla costituzione in Egitto. La consultazione elettorale si terrà in due ‘tranche’, la prima, oggi in dieci regioni o città come Il Cairo, Alessandria e Aswan. La seconda il 22 dicembre, nelle rimanenti 17 regioni, inclusa Giza, che fa parte della Grande Cairo.
Gli egiziani all’estero stanno già votando da mercoledi’. In tutto i seggi elettorali saranno oltre 13.000. L’estensione su due giorni delle votazioni si è resa necessaria per la protesta dei magistrati, molti dei quali hanno aderito all’appello per boicottare le urne lanciato dalle associazioni dei giudici per protestare contro il decreto del 22 novembre con quale il presidente Mohamed Morsi si dava ‘super poteri’ a discapito della magistratura. I magistrati presenti ai seggi sabato, ha fatto sapere la commissione elettorale, saranno settemila.
Si vota dalle 8 del mattino alle 19, (ora locale), e gli elettori potranno esprimere il loro voto solo nella circoscrizione di appartenenza. L’appuntamento elettorale rischia di essere occasione di nuove violenze. Anche ieri ci sono stati tafferugli ad Alessandria fra chi appoggia la Costituzione e chi è contrario. L’esercito è pronto a schierare 120.000 soldati e seimila blindati per garantire la sicurezza ai seggi, affiancandosi ad altrettanti agenti di polizia. In campo oltre 700 ambulanze.
I risultati ufficiali, inclusi quelli per gli egiziani all’estero, sono attesi dopo la seconda tornata del 22, forse fra il 23 e il 24 dicembre. Non è escluso però che partiti e attivisti diffondano già i risultati ufficiosi a partire dalla prima tornata lodierna. La costituzione in 235 articoli è stata approvata in una notte dall’assemblea costituente, contestata dalle opposizioni laiche e liberali perchè dominata dai movimenti islamici. La campagna per il sì, sostenuta dai Fratelli musulmani e buona parte dei movimenti salafiti, punta sulla necessita della stabilità politica. Il no, guidato dal fronte di salvezza nazionale, che riunisce i principali movimenti di opposizione egiziani, sostiene che questa costituzione non garantisce i diritti civili e può portare ad uno stato islamico. Per entrambe gl schieramenti si tratta sostanzialmente di un sì o un no anche al presidente Mohamed Morsi.