Spread sotto i 300 punti sfiora l’obiettivo Monti: 287

ROMA – Lo spread torna sotto i 300 punti, azzera l’impennata iniziata due settimane fa con l’addio del Pdl al governo Monti, e sfiora i 287 punti base, obiettivo indicato dal premier poco prima di perdere il sostegno del centro-destra. Dopo le incertezze iniziali, i mercati dei titoli di Stato tornano a comprare la ‘carta’ italiana, e quella degli altri Paesi presi di mira per le difficoltà di bilancio e l’alto debito come la Spagna.
Anche le borse continuano la spinta rialzista delle ultime sedute. Mentre prosegue l’uscita dal bund tedesco, ieri porto sicuro contro il rischio, oggi poco attrattivo dati i rendimenti ridotti all’osso. Il premio di rendimento dei Btp decennali italiani è tornato sotto la soglia psicologica dei 300 punti base, con un rendimento al 4,39%, ai minimi da fine novembre 2010, lontanissimo dall’oltre 7% della fase più acuta della crisi. Ma, soprattutto, lo ‘spread’ ha segnato un minimo a 288 punti base, appena un centesimo al di sopra dei 287 indicati da Monti lo scorso 3 dicembre azzerando le ultime due settimane segnate dall’uscita del Pdl che lo aveva fatto balzare fin sopra 360 lo scorso 10 dicembre.
– Desidero confessare – aveva detto il premier a Lione – che per me c’è un livello spread a 287 punti base che rappresenta un obiettivo e che spero sia toccato.
L’esatta meta’ dei 574 centesimi lasciati dal governo Berlusconi poco prima che Monti prendesse il timone, tanto da far pensare che quell’affermazione del premier abbia contribuito all’uscita del Pdl dalla coalizione. Lo ‘spread’, ieri, è poi risalito chiudendo a 296 fra le incertezze sul quadro politico e il rinvio del via libera alla Legge di stabilità.
Ma sui mercati sembra predominare la fiducia: uno slittamento oltre fine anno è considerato pericoloso, nell’attuale congiuntura finanziaria, tanto da apparire assai improbabile. Il calo di tensione sugli spread non è cosa solo italiana: ne beneficia, fra gli altri, anche la Spagna, scesa a 380 punti. Cedono terreno, invece, i prezzi del Bund tedesco, facendo salire il rendimento del titolo più gettonato durante la fase acuta della crisi a oltre l’1,45%, segno che gli investitori si stanno riposizionando sulla ‘periferia’, percepita come meno rischiosa, alla ricerca di tassi più remunerativi.
Pesa, sul bund, anche il rialzo dell’indice Ifo sulla fiducia delle imprese nella maggiore economia europea, a 102,4 a dicembre da 101,4: per i mercati è il segnale di una stabilizzazione dell’economia tedesca, attesa in ripresa (dopo un ultimo trimestre 2012 in probabile contrazione) già nella prima metà del nuovo anno.
Festeggiano, intanto, le borse europee, volate proprio grazie all’Ifo ai massimi di 19 mesi e sull’ottimismo per un accordo sul ‘fiscal cliff’ americano. L’indice pan-europeo Stoxx 600 continua a salire e ha raggiunto ieri i 281,63 punti, massimo dal maggio 2011, grazie anche al miglioramento del rating decretato da Standard & Poor’s per la Grecia. Terminano tutte in positivo le borse europee, con Milano (+1,10%) e Madrid (+1%) in testa, seguite da Parigi (+0,44%), Francoforte (+0,19%) e Londra (+0,43).

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