Bersani a Monti: “Partiti-persona non fanno bene all’ItralIA

ROMA  – Per la prima volta, da quando la prospettiva di un impegno in politica di Mario Monti si è fatta concreta, Pier Luigi Bersani mette da parte inviti e fair play e rivolge al Professore la stessa critica rivolta per anni a Berlusconi.
– Non credo che i partiti costruiti intorno ad una persona facciano bene all’Italia – è l’affondo del leader Pd. E anche se, assicura, i democrats non temono la ‘’contesa’’ del Prof., la presa di distanza lascia capire che il Pd non resterà a guardare il duello tra Berlusconi e Monti perchè, osserva Letta, ‘’siamo in vantaggio ma vinciamo se giochiamo in attacco’’.
Anche se Monti non ha ancora tratto ufficialmente il dado, nel Pd non ci sono più dubbi che il Professore sarà uno degli avversari, il più temibile, della campagna elettorale. Una scelta che Bersani non condivide, come ha già detto a quatt’occhi al premier.
– Noi siamo stati lealissimi con Monti, francamente non avremmo immaginato una contesa – è il rammarico espresso da Bersani, che per il Professore si sarebbe immaginato un futuro politico in parallelo, e non in concorrenza, con le scelte del Pd. Ma è anche la modalità di impegno in politica di Monti per un suo bis a lasciare perplesso il candidato premier del centrosinistra.
– Ho sempre detto da tre anni – osserva – che non avrei mai messo il mio nome sul simbolo perchè le formazioni politiche devono avere chiarezza, autonomia, devono essere guidate dalle persone e costruite intorno ai programmi e non alle persone.
Un’accusa che in passato Bersani ha sempre rivolto a quello che definisce ‘’il partito dell’uomo solo al comando”, cioe’ il Pdl. Nonostante la delusione, i democrats non hanno intenzione di cambiare il suo schema di gioco. Bersani è convinto che il centrosinistra avrà i numeri anche al Senato ma in ogni caso, dopo il voto, è disponibile ‘’ad un incontro con un centro moderato, europeista, saldamente costituzionale’’.
– A questo punto, però – sostiene Bersani -, è il centro che deve dire con chiarezza che intenzioni ha percheè noi siamo il partito più grande.
Una richiesta di chiarezza che per ora ha avuto rispose ‘’contraddittorie”.
– Aualcuno dice ‘siamo alternativi’, altri dicono ‘siamo colloquiali’- commenta -. Io non mi sento alternativo al centro moderato, mi sento alternativo a Berlusconi e alla Lega.
Se con i centristi, per ora, resta l’invito al dialogo, il Pd non crede che Silvio Berlusconi abbia alcuna chance.
– Neanche una presenza massiccia in tv può far scordare agli italiani dove ci ha portato – attacca Bersani che si dice pronto ad un confronto tv con il Cavaliere che ‘’ha il problema di rinverdire parole d’ordine ma perderà perchè non è più il tempo delle favole’’. A differenza dell’ex premier, il leader Pd assicura che non indorerà la pillola agli italiani, che ‘’c’e’ un campo sterminato di riforme e per questo serve una maggioranza politica e coesa’’ ma che, alla fine, ‘’sono sicurissimo che ce la faremo”.

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