Procuratore antimafia Grasso candidato del Pd

ROMA  – Il procuratore antimafia Pietro Grasso si candida con il Pd. Domani la decisione del procuratore nazionale antimafia sará formalizzata nel corso di una conferenza stampa alla quale interverrá anche Pierluigi Bersani.

Sono “irrevocabili” e rappresentano “una scelta senza ritorno” le dimissioni dall’ordinamento giudiziario presentate al Csm dal Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso che ha scelto di candidarsi con il Pd alle elezioni. Lo si apprende da fonti vicine allo stesso Procuratore. In pratica Grasso oltre alla richiesta di aspettativa elettorale, ha presentato domanda di pensionamento anticipato a partire dalla fine di febbraio. Poteva restare in servizio sino a gennaio 2020 alla quale interverra’ anche Pierluigi Bersani alle 11.30 a Roma nella sede del partito.

Quarantatre anni a caccia di boss e mafiosi: cosí si puó sintetizzare il curriculum di Pietro Grasso che oggi ha ufficializzato il suo passaggio in politica. Grasso entra in magistratura il 5 novembre 1969. Prima nomina: pretore a Barrafranca (Enna) fino al settembre 1972, quando viene trasferito alla Procura di Palermo. Per 12 anni é sostituto procuratore e ha diretto indagini scottanti come quella sull’omicidio di Piersanti Mattarella. Dal settembre 1985, é giudice ‘a latere’ nel maxiprocesso – apertosi il 10 febbraio 1986 e conclusosi il 16 dicembre 1987 – e culminato con 19 ergastoli e 2.665 anni di reclusione.

Scrisse la monumentale sentenza: 7.000 pagine in 37 volumi. Nel febbraio 1989 é consulente della Commissione parlamentare Antimafia, sotto la Presidenza di Gerardo Chiaromonte e, poi, di Luciano Violante. Nel maggio 1991 é chiamato da Giovanni Falcone al Ministero della Giustizia come esperto impegnato in tutti i problemi attinenti alla criminalitá organizzata ed alla connessa attivitá di iniziativa legislativa.

Dopo la strage di Capaci, ha sostituito Falcone come componente della Commissione Centrale per i programmi di protezione di testimoni e collaboratori di giustizia. Dal gennaio 1993 é alla Procura Nazionale Antimafia e collabora alle indagini che portano alla cattura di Leoluca Bagarella. Poi é applicato alle indagini sulle stragi del ’93 di Firenze, Roma e Milano.

Nel maggio 1999 é nominato, dal procuratore Pier Luigi Vigna, procuratore nazionale antimafia aggiunto. Un ruolo ricoperto fino al 5 agosto 1999, quando va a dirigere la Procura di Palermo. Sotto la sua direzione sono state eseguiti 1.779 arresti per mafia, catturati 13 latitanti – tra i 30 dei piú pericolosi – ottenuti 380 ergastoli e centinaia di condanne per migliaia di anni di carcere. Sequestrati beni per circa 12.000 miliardi di vecchie lire.

Dal 25 ottobre 2005 é Procuratore nazionale antimafia ed ha dato impulso e coordinato le piú importanti indagini (ha riattivato, attraverso le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, le indagini sulle stragi di mafia del ’92-’93). L’11 aprile 2006, a conclusione di una strategia investigativa giá iniziata quando era a capo della Procura di Palermo si é giunti, dopo 43 anni di latitanza, alla cattura di Bernardo Provenzano. Nell’autunno del prossimo anno il suo incarico di Procuratore nazionale antimafia si sarebbe concluso. Sarebbe potuto restare in magistratura sino al primo gennaio 2020. Ma ha deciso di dare sin d’ora le dimissioni irrevocabili dall’ordine giudiziario.

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