Borse volano sul Fiscal Cliff, milano sfiora + 4%

ROMA  – L’accordo in extremis che consente di evitare la stretta di bilancio negli Usa fa crollare lo spread sotto i 287 punti base della ‘soglia-Monti’, e galvanizza le borse europee, protagoniste di un rally ai massimi di quasi due anni capitanato da Piazza Affari. Per i mercati l’intesa a metà raggiunta fra repubblicani e democratici sul ‘fiscal cliff’ è sufficiente a stappare lo champagne: il temuto aumento automatico delle tasse, in tandem con un maxi-taglio alla spesa è evitato. Per gli investitori è il segnale che, grazie anche agli accordi europei di fine 2012 sulla crisi del debito, si può tornare a investire sul rischio, che si tratti di borse o di titoli non a ‘tripla A’.

Ecco allora che il 2013 parte con una fuga dal bund tedesco, dopo mesi di forti acquisti a scopo difensivo. I titoli di Berlino hanno visto il rendimento decennale volare all’1,43%, un +11 punti base che non si vedeva da oltre tre mesi, mentre in asta il due anni è stato venduto per oltre 4 miliardi con tassi tornati positivi. Berlino ha trascinato con sé gli altri ‘porti sicuri’ d’Europa, cioè il debito di Finlandia, Olanda e Grecia. Giù (con rialzo dei tassi) anche i treasury americani, mentre i flussi d’acquisto si sono riversati sugli alti rendimenti offerti dalla ‘periferia’ europea.

Per i Btp italiani è una giornata ‘politicamente’ rilevante: il decennale è sceso sotto la soglia dei 287 punti base, ‘esatta metà’ del livello ereditato dal governo Berlusconi, che il premier uscente, Mario Monti, aveva indicato come suo obiettivo dopo un anno al governo. Lo steso Monti ha salutato la discesa con un ”finalmente” su Twitter. Il differenziale è crollato di quasi 40 punti a 283, sui minimi da marzo, con un tasso del 4,27%, ai minimi dal novembre 2010, mentre festeggiano anche Spagna (in area 350), Grecia (a circa 980), il Portogallo (493).

Resta la cautela nei mercati, con molti esperti che invitano a non farsi trascinare dall’euforia. Pier Carlo Padoan, numero due dell’Ocse, spiega che con l’accordo negli Usa ”per ora è stato evitato il rischio di un collasso fiscale che avrebbe portato l’economia Usa in recessione, ma è un rischio solo rinviato”.

Ma oggi gli indici sono tutti in rialzo, segno che l’impasse americana aveva tenuto in ostaggio le borse per settimane. L’indice pan-europeo Stoxx 600 è volato del 2% ai massimi dal febbraio 2011. La borsa di Milano, insieme a Madrid la peggiore fra le maggiori piazze europee durante gli ultimi mesi, oggi è maglia rosa con un +3,81%, trainata dalle banche, che da settimane erano la bestia nera degli investitori. Segue Madrid (+3,12%), ma volano anche Parigi (+2,6%), Francoforte (+2,19%) e Londra (+2,13%, oltre i 6.000 punti per la prima volta in 17 mesi). Rally anche a New York, dove il DOw Jones viavvia a metà seduta in rialzo dell’1,65%, lo Standard & Poor’s segna +1,76% e il Nasdaq supera il 2% di rialzo grazie all’accordo a Washington e al miglioramento del settore manifatturiero a stelle e strisce.

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