Lombardia, GDF in Regione: attesi nuovi “inviti”

MILANO  – Dopo gli inviti a comparire per una sessantina di consiglieri lombardi della maggioranza, sono attese le eventuali convocazioni, con tanto di iscrizione nel registro degli indagati per peculato, per quelli dell’ opposizione. Dovrebbero essere questi gli sviluppi dell’ inchiesta della Procura di Milano sui presunti rimborsi illeciti in Regione Lombardia annunciati a metà dello scorso dicembre dalla consegna di un ‘ordine di esibizione’. E proprio in forza di quell’ordine di esibizione firmato dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio ieri, giorno fissato tre settimane fa dai magistrati, la Guardia di Finanza si è recata negli uffici dei gruppi consiliari di Pd, Sel, Idv (”Abbiamo distribuito i mazzi di mimose in occasione della Festa della donna e secondo noi è una spesa ammissibile” ha commentato il capogruppo dell’Italia dei Valori, Stefano Zamponi) Pensionati, gruppo Misto per ‘ritirare’ una ventina di scatoloni pieni zeppi di carte. Carte che, come è accaduto per i consiglieri di Pdl e Lega, ora verranno analizzate in vista della probabile convocazione di alcuni per chiarire i motivi delle spese effettuate a partire dal 2008 con i soldi pubblici.

Intanto sempre ieri sono proseguiti gli interrogatori degli indagati nella prima tranche dell’indagine che ha coinvolto, tra gli altri, anche Nicole Minetti e Renzo Bossi ‘il Trota’ che, invitato a comparire per domani, salvo ripensamenti, non si presenterà. Ieri mattina, invece, si sono presentati gli ex assessori in quota al Popolo delle Libertà Raffaele Cattaneo e Francesco Fiori e nel pomeriggio il consigliere, nonchè ex sindaco di Milano, Giampiero Borghini. Tutti hanno giustificato le spese ora nel mirino degli inquirenti come legate al loro mandato e alla loro attività in Consiglio regionale.

Cattaneo, al quale sono stati contestati presunti rimborsi illeciti per un totale di circa 13 mila euro per l’acquisto di 6 computer e altrettanti I-Phone, ha spiegato ai pm, come lui stesso ha dichiarato al termine dell’interrogatorio, che erano serviti ”per i miei collaboratori che avevano – ha precisato – un regolare contratto con la giunta, ed erano componenti della mia segreteria”.

L’ex responsabile dei trasporti del Pirellone ha aggiunto che quando fece quella spesa, nel 2009, si stava avvicinando la conclusione della legislatura e che i suoi collaboratori usarono quegli strumenti per rendere conto quello che aveva fatto, non come assessore, ma come semplice consigliere. In sostanza ha pagato usando il budget del gruppo del Pdl per ”evitare confusione con le spese dell’ assessorato”.

Sulla stessa linea Francesco Fiori, che ha incasellato in ”attività istituzionale” i 52 mila euro spesi tra il 2008 e il 2010 in cene, pranzi e anche taxi e Borghini il quale deve rispondere di una cifra ben più bassa, circa 3 mila euro utilizzati per ”quattro taxi e cinque cene”, ha affermato, a cui si aggiungono alcune bollette del telefono e articoli di cancelleria.

– E’ stato un incontro cordiale e cortese – ha dichiarato, prima di lasciare la Procura, l’ex numero uno di Palazzo Marino sottolineando di aver lasciato ”un residuo di oltre 100 mila euro”. E mentre fino a martedì prossimo continueranno gli interrogatori dei consiglieri di maggioranza, per la fine del mese è atteso il recapito degli eventuali inviti a comparire per i consiglieri dell’opposizione.

Lascia un commento