Verso la “manovra di primavera” Bersani: “Sarà un anno difficile”

ROMA  – Anche se la salute dei conti pubblici continua a migliorare (grazie soprattutto a una pressione fiscale ormai record trainata dall’Imu) e la campagna elettorale mette al centro temi come l’abbassamento delle tasse, si fa sempre più insistente la voce di una manovra di primavera. Intervento che sarà affidato al nuovo esecutivo che, di qualunque colore sia, dovrà garantire il pareggio di bilancio. Obiettivo peraltro già ‘costituzionalizzato’ e promesso ai mercati e ai partner europei. Insomma resta sullo sfondo l’incubo di ogni governo: la necessità di un nuovo intervento sui conti nonostante l’Italia abbia già fatto i ‘compiti a casa’ con la Legge di Stabilità. Tanto che non molto tempo fa e a livelli di spread ben più alti, il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, escludeva tale ipotesi.

Grilli in settembre da Sofia dove si era recato per l”Ecofin ribadiva che l’Italia ”non ha bisogno di una manovra aggiuntiva”. Cioè: il percorso per il pareggio di bilancio è blindato e già scontava un eventuale peggioramento del ciclo economico. Oggi però, a distanza di pochi mesi, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, non è altrettanto sicuro e alla domanda su un’eventuale manovra correttiva risponde:

– Non lo so, non ho elementi. Quelle che so è che il 2013, dal punto di vista sociale, occupazionale e della tenuta finanziaria sarà molto difficile.

Se dunque nonostante il miglioramento dei conti la manovra correttiva sarà necessaria dove si potra’ ‘pescare’? I portafogli degli italiani sono già stati decisamente asciugati e l’intervento potrebbe riguardare a questo punto chi ha di più. Ma la variabile è chiaramente quale schieramento vincerà le elezioni in febbraio.

Si discute da tempo ad esempio di patrimoniale (sui grandi patrimoni, oltre 1,5 milioni). L’ipotesi non dispiace a Pierluigi Bersani, Mario Monti si mostra più cauto e Silvio Berlusconi la esclude. Ma il punto è: se la misura si annuncia si rischia la ‘fuga’ dei capitali (vedi quello che è successo in Francia con l’attore Gerard Depardieu ‘riparato’ in Russia per evitare un’imposizione del 75%). Quindi se si farà sarà ‘a sorpresa’. C’è poi ancora da recuperare i soldi di un eventuale accordo con la Svizzera. Il dossier è a buon punto ma il dubbio è che si possa recuperare molto meno di quanto effettivamente è nei forzieri d’oltralpe. Cioè appena 2 miliardi subito (e fino a 40 complessivi) su circa 160. Rimane da metter mano ulteriormente all’Iva (già a giugno ci sarà un aumento). Ma certo che in tempi di contrazione dei consumi si tratterebbe di un intervento ulteriormente depressivo.

Un altro capitolo è quello della cessione degli immobili. Con incassi però già ‘promessi’ alla riduzione del debito pubblico. Gli immobili della P.A. hanno un valore di 340 miliardi, e sono già in rampa di lancio cessioni per 1,2 miliardi. Insomma c’è spazio per far ulteriormente cassa. Ma molto dipende dalle condizioni di mercato.

Infine c’è un vecchio cavallo di battaglia. Che fa tornare alla memoria il Governo Amato quando si ricorse al prelievo sui conti correnti. Su sanità e pensioni è rimasto ben poco spazio ma c’è sempre da ricordare l’ipotesi condono (fiscale o edilizio che sia) al quale più volte si è ricorsi. Insomma qualunque sarà lo strumento prescelto la manovra correttiva viene sempre più accreditata. Tanto che oggi l’ex ministro dell’Economnia, Giulio Tremonti, annuncia:

– In primavera ci sarà bisogno di una manovra correttiva bestiale e loro (Bersani e Monti) introdurranno una super patrimoniale. Sicuramente saranno costretti ad abbassare il limite indicato da Bersani in 1 milione e mezzo.

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