Berlusconi da Santoro: “Crisi? Il mio governo non ha colpe”

ROMA – “Nessuna responsabilità del mio governo sulla crisi: è stata una crisi fisiologica mal curata dai professori”. Così Silvio Berlusconi, ospite a ‘Servizio Pubblico’, rispondendo a Giulia Innocenzi che gli ha chiesto se avesse “intenzione di chiedere scusa”.

 

Nel 2009 la situazione era completamente diversa – dice – dal 2011 è andato in crisi tutto. Il mio governo non ha colpa, né responsabilità.

E ancora:

– Il governo dei professori, di Monti – aggiunge il Cavaliere – anziché intervenire con misure di sostegno ai consumi ha applicato la politica della tassazione ulteriore. I professori – insiste – dopo un po’ diciamocelo chiaro, si sono montati la testa e hanno portato il Paese nella situazione in cui siamo.

Con Santoro anche uno scambio di battute sulla sentenza di separazione dell’ex premier da Veronica Lario.

– Lei è il leader della trasmissione, è lei che guadagna i dindi, io sono ospite – scherza Berlusconi.

E il conduttore:

– Ci mancherebbe che venisse a guadagnare pure a La7…

Allora il Cavaliere afferra l’assist:

– Ho tanto bisogno di guadagnare perché ogni giorno devo dare a una signora che è stata mia moglie 200 milioni di lire al giorno.

Poi l’editoriale di Marco Travaglio:

“Berlusconi dichiarava che non pagava le donne – inizia il giornalista – affermazione incauta perché ora ne dovrà pagare una e molto”.

Travaglio fa il suo monologo, partendo dai processi, arrivando all’Imu per finire sulle affermazioni del Cavaliere di lealtà al governo Monti. L’ex premier lo ascolta poi – quando Santoro invita Travaglio a tornare al suo posto – Berlusconi scherza:

– No, no, lo lasci lì… così lo guardo in faccia.

Il programma di Michele Santoro, in onda dopo la pausa natalizia con il presidente del Popolo della libertà, ha scelto per l’occasione il titolo ‘Mi consenta’. Il conduttore ha avviato la puntata sulle note della canzone‘Granada’.

– C’è sempre un momento in cui c’è chi sente di avere il carattere del torero e si sente di lanciarsi nell’arena per una sfida definitiva. Noi da tempo abbiamo detto addio a Granada, città dei toreri. Non abbiamo bisogno di un torero che ammazza un toro – ha detto Santoro.

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