Siria, 21 bambini uccisi dalle bombe, Ong denuncia stupri

BEIRUT – Un’altra giornata nera da aggiungere alla lunga lista di orrori del conflitto siriano: almeno 21 tra bambini e ragazzi fino a 16 anni sono morti oggi sotto i bombardamenti. Mentre un’organizzazione umanitaria denuncia il dilagare delle violenze sessuali, spesso taciute dalle vittime per paura di ritorsioni o semplicemente per la vergogna. Tutto ciò nel giorno in cui Unicef Italia si è rivolta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedergli di unirsi ”all’opera di sensibilizzazione dei cittadini italiani verso un conflitto che sembra non finire mai”.

”La notizia della morte di bambini giunge oramai quotidiana, si sta uccidendo un’ intera generazione aggiungendo odio ad altro odio”, afferma nell’appello al Capo dello Stato Giacomo Guerrera, responsabile per l’Italia del Fondo dell’Onu per l’infanzia. Una tragica conferma, dopo i 14 bambini morti nei bombardamenti di ieri, è arrivata oggi, con altre 21 vittime segnalate dall’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus).

I Comitati locali di coordinamento (Lcc) dell’opposizione parlano invece di 16 bambini uccisi, su un totale di 127 morti nelle violenze in tutto il Paese. A Moadimiya, un sobborgo a sud-est della capitale, 13 civili, otto bambini e cinque donne, sono morti nel crollo di un edificio colpito dall’aviazione, secondo l’Ondus. Il regime afferma invece che la strage è stata provocata dal lancio di razzi da parte dei ribelli.

Un altro bombardamento è avvenuto sul quartiere di Al Haydariah, ad Aleppo, dove, secondo gli Lcc, sono morte altre 13 persone tra le quali tre bambini e due donne. Secondo l’Ondus gli uccisi sono stati nove, di cui cinque bambini e ragazzi fino ai 16 anni. L’ong segnala inoltre quattro bambini morti in bombardamenti su Al Ateiba, sempre alle porte di Damasco. Due delle vittime avevano 6 e 7 anni e appartenevano alla stessa famiglia. L’Ondus riferisce poi di due bambini uccisi ad Al Latamna, nella provincia di Hama, di uno a Banash (Idlib) e di uno a Quseir (Homs).

Accanto ai bambini, tra le vittime più indifese della guerra vi sono le donne, spesso giovanissime. In un rapporto pubblicato oggi, l’ong per i diritti umani International Rescue Committee (Irc) denuncia gli stupri, commessi in genere da ”uomini armati”, come fenomeno dilagante, anche se tenuto spesso nascosto dalle vittime e dalle famiglie. Tra i casi denunciati vi sono quelli di donne e ragazze rapite, violentate, torturate e uccise. Ma per molte sopravvissute il dramma continua. A causa delle norme sociali per le quali lo stupro è visto da molti come un ‘disonore’ per la famiglia della vittima, questi episodi vengono raramente denunciati. Molti intervistati dall’Irc hanno detto che le donne violentate temono anche vendette da parte dei loro aggressori, o addirittura di essere uccise da membri della propria famiglia per lavare l’onta subita o ancora, nel caso di ragazze nubili, di poter essere date in spose molto giovani per ”salvaguardare l’onore”.

Il governo di Ankara, intanto, ha nominato un ‘governatore’ responsabile della gestione dei quasi 200mila profughi siriani, ufficialmente registrati o meno, che hanno trovato rifugio sul sul territorio turco. Mentre sul piano politico-diplomatico ben poco si muove. Il primo ministro siriano Wael al Halaqi sara’ domani a Teheran per incontri con il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad e altri esponenti della dirigenza della Repubblica islamica, che continua a parlare di una soluzione politica al conflitto, ma non mostra segni di cedimento nel suo sostegno al regime del presidente Bashar al Assad.

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