Monti al Cav: “Pifferaio magico” La rabbia di Berlusconi: “Sei un bluf”

ROMA  – Un cambio di passo deciso. Mario Monti, ospite a ‘Porta a Porta’, attacca Silvio Berlusconi e risponde piccato a Pier Luigi Bersani in merito alla ”polvere sotto il tappeto” dei conti pubblici.

Sarà l’aria elettorale ma il professore non risparmia colpi a nessuno, abbandona l’aria dell’accademico dimesso e mostra una nuova verve aggressiva. Così il Cavaliere viene etichettato come ”un illusionista”, ”un pifferaio magico con i topini che vanno ad annegare”.

– E’ uno che ha già illuso gli italiani tre volte – spiega -: la prima vota mi sono fatto illudere anch’io.

Una ironia che carica di rabbia Berlusconi che, dagli studi di sky, gli risponde per le rime:

– Anche lui ha fatto illudere noi, è solo un bluff e ci siamo caduti tutti…anche quando ho sostenuto la proposta della sua nomina a senatore a vita per la quale non ha nessun merito.

Poi la battuta liberatoria:

– Probabilmente vuole tassarmi anche il piffero.

Monti non risparmia altre critiche al suo predecessore (”e secondo lui anche successore”, ironizza).

– E’ il responsabile dell’aumento delle tasse – afferma -. Chi ha governato per otto degli ultimi undici anni deve pure avere qualche responsabilità.

Poi l’accusa che probabilmente più ferisce il Cavaliere:

– Non ha credibilità sul piano internazionale. Ritiene di essere stato il faro in Europa ma basta ora sentire i miei colleghi europei cosa ne pensano.

Altra rabbiosa reazione del cav: incolparmi dell’aumento delle tasse è una ”mascalzonata” e sull’Imu cambia sempre idea ha ”credibilita’ zero”. Anche il Pdl va giu’ pesante contro il presidente del Consiglio, ma il prof non si scompone e rilancia:

– Mi sembra che sono cose molto misurate e più garbate rispetto a quelle che hanno girato nella direzione opposta.

Insomma, la strategia comunicativa del leader centrista è cambiata. Lo si comprende anche nell’approccio nei confronti del centrosinistra. Al Pd, che non aveva nascosto qualche perplessità sui conti arrivando ad avanzare la possibilità di una manovra correttiva, risponde con fermezza:

– Rassicuro Bersani, non c’è polvere sotto il tappeto.

Poi aggiunge:

– Una nuova manovra? Dipende da chi governerà.

La distanza con il segretario democrat, comunque, è minore. Pur premettendo che ”noi non siamo e non saremo mai la stampella di nessuno”, il professore non chiude sull’ipotesi di accordo post voto.

– Vedremo che cosa avrà da dire Bersani o altri – commenta.

Ma Bersani è il più verosimile in base ai sondaggi. Certo, c’è da risolvere la ‘questione’ Vendola, già oggetto di critiche da parte di Monti. Risponde alle critiche del leader di Sel che lo accusa di voler levare quelle tasse che lui stesso ha messo.

– E’ incoerente logicamente – afferma Monti – E’ come dire che uno che in una fase storica ha aumentato le tasse in una altra fase non possa ridurle.

Poi aggiunge un ‘complimento velenoso’:

– Apprezzo molto l’acume intellettuale di Vendola: mi ricorda per alcuni aspetti Bertinotti.

Come a ribadire agli elettori che, dal suo punto di vista, il governatore della Puglia è un estremista. I complimenti indiretti a Bersani ed il tentativo di strapparlo a Vendola non significa che tra il prof ed il Pd ci sia una intesa. Anzi. Monti attacca anche il Pd.:

– Nessuno dei partiti voleva governare e mi hanno dato un bel piedistallo di impopolarità – spiega -. Mi hanno dato un piedistallo dove, su, c’era una croce. Quando si è trattato di prendere decisioni impopolari, dal Pdl più che dal Pd, sono state prese le distanze. Per me è stata realmente una via crucis.

La ”strana maggioranza” lo ha abbandonato – dice – quando ”il Pdl è andato con la Lega” ed il Pd non ha preso le distanze dall’antipolitica. Avrebbe potuto scegliere la strada che porta al Quirinale:

– Ho pensato che fosse bella ma non molto rilevante per il destino dell’Italia – spiega – E’ abbastanza eccezionale il caso del presidente Napolitano che in una situazione difficile è riuscito a dare al Paese una guida.

Rivendica il suo anno di governo pur riconoscendo che ”molte cose devono essere oggetto di una revisione” perchè fatte sotto una ”economia di guerra”. Tra queste, a sorpresa, c’è la riforma delle pensioni targata Fornero.

– Non avrei preclusioni a farlo – confessa – ma non vorrei alterare quegli equilibri di lungo periodo a cui porta.

Spiega anche che il ”redditometro non è una misura voluta dal governo” ma ”ereditata da quello precedente”. Infine, ci sono i propositi per il futuro.

– Voglio che l’Imu venga ridotta ma senza fare giravolte come quelle che ho visto fare nel 2008 da chi ha promesso di eliminarla e poi è stato costretto a reintrodurla.

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