Bersani sfida il Cav. e Monti: “Vinceremo ovunque”

ROMA  – Se la tv è il mezzo preferito da Silvio Berlusconi e Mario Monti per recuperare elettori perduti o cercarne di nuovi, Pier Luigi Bersani punta a marcare la differenza. E da oggi apre a Roma la campagna elettorale con il comizio vecchio stile, andando però tra i giovani che votano o si candidano per la prima volta.

– Non abbiamo paura di nessuno, il Pd è l’unico che può reggere la sfida alla destra in Lombardia, in Molise e ovunque. E la batteremo ovunque – e’ la sfida che il leader Pd lancia al Cav., al Professore e a quanti, come Casini, vedono nell’appello al voto utile un segno di debolezza del Pd. Da più parti sollecitato a mettere più benzina alla corsa verso il voto, Pier Luigi Bersani preferisce il diesel. Convinto che bastano pochi messaggi giusti, ”niente favole”, e magari anche lo slancio emotivo di ‘Inno’, l’ultima canzone di Gianna Nannini scelta come colonna sonora del Pd, per fare capire che il centrosinistra è pronto a guidare il paese. Certo, il leader Pd è consapevole che la sfida è complessa e che tutto dipenderà dall’esito in alcune regioni chiave. Per questo sabato vola a Milano (dove è capolista) e a Brescia, per tentare, al fianco di Umberto Ambrosoli e dei capilista, la scalata al Pirellone che vale anche la vittoria nazionale.

In Lombardia si concentrerà anche Matteo Renzi, pronto ”a dare una mano”.

– La partita è aperta – avverte il sindaco di Firenze – Berlusconi è un osso duro da non sottovalutare.

Un consiglio al Pd avanzato dal sindaco di Firenze non senza togliersi qualche sassolino dopo le critiche piovutegli addosso, durante le primarie, per aver aperto ai voti del centrodestra.

– Da quando Berlusconi è tornato fuori – commenta -, si vede che andare a prendere i voti nell’altro campo non è così male…

Ma in realtà, sondaggi alla mano, il tema non è tanto togliere consensi nel campo avverso ma riportare al voto quanti più elettori delusi possibili. E tentare di non far disperdere il voto degli elettori di centrosinistra in liste con poche chance di vittoria finale.

– Non ho mai parlato di voto utile, tutti i voti sono voti ma il punto politico di fondo è che solo noi possiamo battere la destra – chiarisce il segretario, snobbando le critiche arrivate ieri da Casini.

Nel Pd non si nasconde un certo fastidio per i toni dei possibili futuri alleati di governo, compresi quelli, spesso ”trionfalistici” usati da Mario Monti.

 

 

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