Sisma L’Aquila, da Grandi Rischi “valutazioni inefficaci”

L’AQUILA  – La Commissione Grandi Rischi ha tranquillizzato colpevolmente gli aquilani con un verdetto pubblicizzato dai mass media che aveva ”indubbia valenza rassicurante”: molte vite si sarebbero potute salvare perchè le false rassicurazioni hanno indotto i cittadini a non adottare le tradizionali abitudini che consistono nell’abbandonare le abitazioni dopo forti scosse. Inoltre, la ‘CGR’ ha analizzato ”con affermazioni approssimative, generiche e inefficaci” il rischio sismico prima del tragico terremoto del 6 aprile 2009, quando all’Aquila e nel circondario, interessato da mesi da uno sciame sismico, morirono 309 persone.

Nelle circa 950 pagine di motivazioni della sentenza di condanna della commissione Grandi rischi, il giudice del tribunale dell’Aquila, Marco Billi, usa parole dure nei confronti dei sette componenti, tra cui esperti di terremoto e scienziati. Lo scorso 22 ottobre gli imputati sono stati condannati in primo grado a 6 anni di reclusione ciascuno per omicidio colposo e lesioni colpose per le risultanze della riunione del 31 marzo 2009 svoltasi nel capoluogo cinque giorni prima della tragica scossa.

Le motivazioni della sentenza, depositate ieri mattina, confermano l’impianto accusatorio della procura. Si è trattato di un verdetto che ha fatto clamore e suscitato polemiche in Italia e nel mondo. A tale proposito, Billi sottolinea che ”non si tratta di un processo alla scienza” e non si tira in ballo la previsione dei terremoti, cosa ”non possibile”. Il giudice attacca anche l’ allora capo della protezione civile, Guido Bertolaso, indagato in un processo parallelo per reato connesso e citato nella sentenza per aver parlato, in riferimento alla riunione della CGR, di ”operazione mediatica tesa a tranquillizzare la gente”. Ecco i punti principali delle motivazioni del giudice.

FALSE RASSICURAZIONI – La CGR ha rassicurato gli aquilani sui temi ”della prevedibilità dei terremoti, dei precursori sismici, dell’evoluzione dello sciame in corso, della normalità del fenomeno, dello scarico di energia indotto dallo sciame sismico quale situazione favorevole, che costituiscono il corpo principale del capo di imputazione”.

NON E’ UN PROCESSO ALLA SCIENZA – ”Il compito degli imputati, quali membri della commissione medesima – scrive Billi – non era certamente quello di prevedere (profetizzare) il terremoto e indicarne il mese, il giorno, l’ora e la magnitudo, ma era invece, più realisticamente, quello di procedere, in conformità al dettato normativo, alla ‘previsione e prevenzione del rischio”’.

COMUNICAZIONE – Per il giudice Billi, ”gli argomenti trattati durante la riunione e le valutazioni hanno avuto diffusione ampia e immediata” attraverso gli organi di informazione, e ”possono aver inciso sui processi volitivi delle vittime nella notte a cavallo tra il 5 e il 6 aprile”.

 … e il Prefetto finse commozione
NAPOLI  – Un tono scherzoso quando la conversazione si sposta sulle macerie e il dolore provocati dal terremoto che da poco aveva sconvolto L’Aquila. Ed è infatti il tono, più che le parole, a suscitare la reazione indignata dei pm di Napoli che intercettano quella telefonata: ”una risata non giustificabile”, che non si addice soprattutto a chi ricopre un ruolo istituzionale.

L’indice viene puntato nei confronti dell’ex prefetto dell’Aquila, Giovanna Iurato, coinvolta nell’inchiesta sugli appalti per la sicurezza a Napoli, destinataria proprio ieri di un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici emesso dal gip. I magistrati ricordano che poco dopo la tragedia che mise in ginocchio il capoluogo abruzzese Iurato ”scoppiava a ridere ricordando come si era falsamente commossa davanti alle macerie e ai bimbi rimasti orfani”.

Un atteggiamento che viene fortemente stigmatizzano. I magistrati napoletani fanno riferimento alla telefonata fra la stessa Iurato e il prefetto Francesco Gratteri, intercettata il 28 maggio 2010.

”Commentando la sua prima giornata ufficiale – scrivono i pm – nella città martoriata dal terremoto (definita sarcasticamente da Iurato ‘una città inesistente, che non c’è’), scoppiava a ridere, ricordando come si era (falsamente) commossa davanti alle macerie e ai bambini rimasti orfani. Una risata non giustificabile dalle circostanze e dagli eventi tragici di quelle ore, che avrebbero imposto al rappresentante del Governo di assumere comportamenti ben diversi e non certo (a proposito di cinismo) legati alla predisposizioni di condotte e strumenti atti a prevenire e/o scongiurare indagini in corso”.

”Appena metti piede in citta’, subito con una corona, vai a rendere omaggio ai ragazzi della casa dello studente”. E’ il consiglio che Iurato, appena nominata prefetto, ricevette dal padre. E’ uno dei passaggi della conversazione tra la donna e il prefetto Francesco Gratteri.

IURATO: Allora senti…sono andata…sono arrivata, subito mio padre, che e’ quello che mi da i consigli, quelli piu’ mirati…

GRATTERI: Si lo so.

IURATO: …perche’ e’ un uomo di mondo, saggio, dice: ”…appena metti piede in citta’ subito con una corona vai a rendere omaggio ai ragazzi della casa dello studente…”.

GRATTERI: Brava

IURATO: Eh allora sono arrivata la’, nonostante la mia…cosa che volevo…insomma essere compita (fonetico)…mi pigliai, mi caricai questa corona e la portai fino a…

GRATTERI: Ti mettesti a piangere…sicuramente!

IURATO: Mi misi a piangere.

GRATTERI: Ovviamente, non avevo dubbi (ride).

IURATO: Ed allora subito…subito…li’ i giornali: ”le lacrime del Prefetto”.

GRATTERI: Non avevo dubbi (eh, eh ride).

IURATO: Ehhhhhhh (scoppia a ridere) i giornali : ”le lacrime del Prefetto”.

GRATTERI: Non avevo dubbi (eh, eh ride).

IURATO: Poi si sono avvicinati i giornalisti: ”perche’ e’ venuta qua?”. Perche’ voglio cominciare da qui, dove la citta’ si e’ fermata perche’ voglio essere utile a questo territorio. Punto.

GRATTERI: Eh.

IURATO: L’indomani conferenza stampa con tutti i giornalisti.

 

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