COPPA ITALIA. Mauri risponde a Peluso: Juventus-Lazio 1-1

TORINO – Vucinic spizza di testa il pallone sul primo palo, appena appena, ma quanto basta per mandare fuori tempo tutti i suoi compagni in mezzo all’area, compreso Storari. Sul secondo palo De Ceglie, troppo morbido, si fa spostare da quel volpone di Mauri, che mette il piedino lì, dove sta arrivando la palla, giusto in tempo per buttarla dentro a meno di 5′ dalla fine. Petkovic esulta come se avesse segnato il gol del secolo, in trance per un pareggio ormai insperato artigliato all’ultimo, pochi istanti dopo un palo centrato in pieno da Vidal e una parata miracolosa di Marchetti sullo stesso cileno.

La Lazio torna a casa dallo Juventus Stadium con un altro risultato positivo (il 16esimo consecutivo) e con la promessa di ergere una statua d’oro al proprio portiere, decisivo come nella partita di campionato: è un pareggio che permette ai biancocelesti di affrontare la gara di ritorno con qualche tensione in meno e che apre uno scenario differente rispetto a quello pronosticato alla vigilia. La Juventus, da parte sua, gusta l’amaro sapore della beffa, della doccia ghiacciata al termine di una partita giocata meglio, controllata a lunghi tratti e tenuta viva soltanto dalla scarsa vena di Matri e dai miracoli del portiere avversario.

Sarebbe stata una bella favola, certo, il gol di Peluso, quello della redenzione dopo le critiche seguenti la partita contro la Sampdoria, un gol arrivato quando Conte aveva già mandato Vucinic a bordocampo per sostituire proprio l’ex-atalantino. E invece no, la Lazio cancella il lieto fine con un colpo di coda velenoso nel finale, creando da palla ferma forse l’unico vero pericolo per la porta di Storari – eccezion fatta per un liscio pauroso che evidenzia tutta la gioventù di Marrone nel primo tempo – con un Floccari che gira a vuoto, stretto nella morsa dei centrali, e un Mauri che prova a dare sostegno come può, senza ricevere particolare aiuto da Ledesma e Hernanes sulla trequarti.

Bravo Gonzalez, che costruisce geometrie recuperando anche decine di palloni, stoico Biava – come sempre -, un po’ ondivaghi i centrali, soprattutto Cana, nel contenere le incursioni dei centrocampisti e gli inserimenti da dietro: è proprio l’albanese che si fa prendere il tempo da Peluso in occasione del gol della Juventus, anche se il bianconero sembra appoggiarsi con troppa enfasi sulle spalle dell’avversario, provocando le proteste di Petkovic e Marchetti cui Damato non dà ascolto.

La Juve, come detto, prova a fare la partita e ci riesce per larghi tratti, tenendo il centrocampo con un’altra prestazione di grande personalità di Pogba, ben sorretto da Marchisio e Vidal, inserito all’ultimo ma gladiatorio. Davanti, però, punge poco, perché Matri sembra remare al contrario, e sui cross di Giaccherini e Isla (meglio il primo del secondo) non arriva mai nessuno. E quando Conte inserisce Vucinic per avere un puntello offensivo in più, si ritrova ad avere un’arma a doppio taglio.

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