23 Gennaio: “Chavistas” e Oppisizione ognuno a modo suo

CARACAS  – Ognuno a modo suo. “Chavistas” e Opposizione  hanno commemorato il 23 gennaio del 1958, la storica giornata in cui i venezolani obbligarono alla fuga il Dittatore Marcos Pérez Jiménez e misero fine ad anni di paura e repressione.

L’Opposizione si è incontrata nel Parque Miranda, tra canzoni e slogan di protesta. Mentre il popolo “chavista”, protagonista di cortei partiti da vari punti della città, si è ritrovato nel quartiere “23 gennaio”

Dopo la proiezione di un interessante documentario sul “23 gennaio”, e le aspirazioni di libertà e democrazia di un popolo intero, i rappresentanti della Mud facevano pubblico un “Manifesto” nel quale si suggeriscono i provvedimenti necessari per uscire dalla crisi.

– Il Paese non è una divisa – ha esordito Ramón Guillermo Aveledo, segretario della Mud -. Il Venezuela è di tutti. E tutti siamo indispensabili, in questo momento di indefinizione. Il Paese merita sapere cosa stia accadendo.

Quindi, ha esposto, punto per punto, le proposte della Mud. Aveledo, poi, ha promesso che, nel caso fosse necessario, la Mud presenterà, come ha fatto nelle “presidenziali scorse”, un candidato dell’Unità.

Dal canto loro, i “Chavistas”, con cortei partiti da differenti punti della città, si sono ritrovati nel quartiere “23 Gennaio”. Il vicepresidente, Nicolas Maduro, parlando davanti a migliaia di militanti ‘ scesi in piazza per il 55 anniversario dell’instaurazione della democrazia nel Paese, ha colto l’occasione per denunciare pubblicamente  la presenza di ”gruppi di infiltrati nel Paese” che starebbero preparando attentati contro di lui e il presidente del Parlamento, Diosdado Cabello

– La macabra e criminale mossa consiste nel cercare di attentare contro la vita di uno di noi, per poi cercare di dare la colpa all’uno o all’altro, ma non ci riusciranno – ha detto Maduro, secondo il quale esistono rapporti dei servizi che dimostrano che ”a destra” questi attentati sono stati discussi in dettaglio in riunioni segrete.

– In queste riunioni, dicono con il linguaggio tipico dell’oligarchia che bisogna buttare fuori il piccolo tenente (Cabello) e il conducente di autobus (lui stesso) –  ha urlato il vicepresidente, molto applaudito dalla folla, prima di annunciare che ”contro la cospirazione della destra useremo la mano dura”.

Maduro ha inoltre annunciato che nelle prossime ore viaggerà a Cuba insieme al ministro di Energia, Rafael Ramirez, per incontrare il presidente Hugo Chavez – ricoverato all’Avana dallo scorso 10 dicembre.

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