L’ euroscettico Cameron diventa europeista per la difesa

ROMA  – Con un pragmatismo tutto britannico, parlano le cifre: il premier David Cameron, l’euroscettico che promette il referendum sull’appartenenza del Regno Unito all’Ue, si dimostra – e non per la prima volta – il più europeo di tutti quando si parla di sicurezza e di difesa, decidendo l’invio di oltre 300 militari in Africa in appoggio all’operazione francese in Mali. Non saranno truppe combattenti ma soprattutto addestratori, fatto sta che Cameron è l’unico leader a rispondere in maniera concreta e consistente alle richieste del presidente francese Francois Hollande per tentare di arginare l’avanzata degli estremisti islamici nell’Africa sahariana a sub-sahariana.

In seno all’Unione europea hanno risposto anche Germania ed Italia, oltre agli Stati Uniti, il Canada e la Russia. Nell’ambito di una azione Ue, Berlino fornirà (come Londra d’altronde) aerei per il trasporto delle truppe, oltre a supporto logistico. Il governo italiano, dopo aver offerto anch’esso un contributo logistico (due aerei da trasporto e uno per il rifornimento in volo), ha dovuto fare una marcia indietro parziale, come ha spiegato il premier Mario Monti, non essendo venuto” un appoggio che consenta di confidare in una delibera del Parlamento”.

Com’è noto, il cammino che porta verso l’Europa della difesa è lungo e difficile, soprattutto in un momento di crisi economica con i governi che tendono a tagliare le spese militari. Ed è vero che Gran Bretagna e Francia sono le uniche potenze nucleari dell’Ue, con diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e i due paesi vogliono contare sul teatro della sicurezza e della difesa internazionale. Una collaborazione tra Parigi e Londra risulta certamente più facile, ora che la Francia, da qualche anno ormai, ha reintegrato il comando integrato della Nato. Sono stati cancellati definitivamente gli strappi del generale De Gaulle, dopo la bocciatura della Comunità europea di Difesa (Ced) all’inizio degli anni cinquanta e l’altrettanto clamoroso abbandono della struttura integrata atlantica nel 1966, quando il generale era all’Eliseo.

Ma oggi ancora la difesa europea stenta a decollare, forse in gran parte proprio a causa della Francia e della Gran Bretagna, rilevano alcuni esperti, perchè i due ‘colossi’ vogliono mantenere una certa indipendenza militare. Probabilmente vogliono essere loro a controllare di fatto sia l’embrione di pilastro europeo della Nato, sia i primi elementi della difesa Ue, quelli ereditati dall’Ueo (Unione dell’Europa Occidentale), con la possibilità di interventi limitati per il mantenimento della pace, o poco di più. E’ anche vero che lavorare senza gli Stati Uniti, quasi sempre indispensabili per la logistica e le comunicazioni, risulta praticamente impossibile. A meno di spendere somme davvero consistenti (e con il rischio di doppioni inutili) per lavorare fuori dalle strutture della Nato. Fantascienza, secondo la maggior parte degli esperti militari occidentali.

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