Grillo: “Ora ommissione d’inchiesta” Pd il trincea: “Nessunu problema”

ROMA  – Grillo e Alfano provano a stanare Bersani sul caso Monte Paschi e annunciano: il nuovo Parlamento dovrà apire una commissione di inchiesta per verificare ogni grado di responsabilità. Non solo. Il leader del M5S invoca pure le dimissioni, immediate, del segretario del Pd. Il quale, tuttavia, non dà mostra di temere l’affondo.

– Nessun problema.. – risponde. Insomma, se qualcuno vorrà aprire l’inchiesta si accomodi pure, così si farà anche finalmente luce sull’uso dei derivati.

Ma l’attacco è frontale.

– Bersani-Gargamella, deve andarsene, deve dare le dimissioni e non deve sbranare nessuno. Con le gengive si può solo succhiare – attacca ancora Grillo per il quale lo scandalo è tale da far impallidire i casi Parmalat o Ambrosiano. Alfano arriva a paragonarlo a quello della Banca Romana di fine ‘800.

– Dietro a questo colossale saccheggio ci può essere di tutto – commenta.

– Craxi, in confronto, rubava le caramelle ai bambini – attacca ancora il comico genovese che chiede anche la verifica dei patrimoni dei segretari del Pd e di tutti i nominati nella fondazione Mps dal comune di Siena, della Provincia di Siena, della Regione Toscana dal 1995. E vuole anche la pubblicazione dei nomi di tutti coloro che hanno goduto dello Scudo Fiscale con l’ammontare degli importi rientrati in Italia.

Il Pdl si accoda nel chiedere una Commissione d’inchiesta e ”non per firmare un progetto altrui” sottolinea Alfano che risponde, anche lui, alla minaccia del segretario del Pd di ‘sbranare’ chi intende coinvolgere il suo partito nel caso Mps.

– Bersani stia attento ai suoi dentini perchè abbiamo carne dura – avverte il segretario del Pdl che, sondaggi alla mano, ha contezza di quanto la vicenda Mps stia penalizzando il suo avversario -. Gli italiani hanno capito che chi ha gestito cosi’ una banca non è in grado di gestire il Paese – ha facile gioco a sostenere. Lo scontro politico arriva  anche in Parlamento dove il ministro dell’Economia va a riferire in Commissione sul caso. Il duello scoppia tra Casini e Tremonti. Il primo è contrario ad una Commissione d’inchiesta che rischi di interferire con il lavoro dell’autorità giudiziaria.

– Significherebbe darci la zappa sui piedi – afferma il leader Udc che difende il ruolo di Mario Monti, accusato dall’ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti di ”scappare” dalle sue responsabilità. Ma gli strali di Tremonti sono tutti contro la Banca d’Italia:

– Non c’è stata deterrenza né repressione e – sostiene ancora -per due-tre anni non è stato fatto niente, mentre il lavoro della magistratura è stato straordinario.

L’ex ministro dell’Economia difende poi i ‘suoi’ vecchi bond rispetto a ai nuovi ‘Monti Bond’.

– I vecchi bond – afferma – erano offerti a tutte le banche e servivano all’economia. I nuovi sono offerti ‘ad bancam’, non all’economia.

Un assist contro Monti gli arriva da Roberto Maroni:

– Rinnovo l’invito al presidente Fini a convocare immediatamente il presidente del Consiglio in Aula, perchè venga a dire che cosa è successo e che cosa ha intenzione di fare il governo – chiede il segretario della Lega.

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