Berlusconi, No al confronto Tv a sei Bersani: “Se non si può fare in Rai, vado a Sky”

ROMA  – Silvio Berlusconi, che grazie ad una campagna televisiva a tappeto è riuscito nella rimonta che nessuno immaginava, questa volta rinuncia alla tv. Rischia di saltare il confronto tra i 6 candidati premier in Rai, e anche su Sky, proprio per il ‘niet’ del Cavaliere, favorevole solo ad una sfida con i principali competitor Pier Luigi Bersani e Mario Monti.

– Se non si può fare in Rai, vado a Sky, io partecipo solo dove ci sono uguali condizioni per tutti – rinnova l’invito il leader Pd, a sua volta fermo su un format che preveda tutti gli aspiranti premier. Dopo giorni di trattative tra i partiti e di mediazioni da parte di Viale Mazzini, mentre già Bruno Vespa e Mario Orfeo scaldavano i motori in vista del match di sabato sera in prima serata, i paletti incrociati tra leader hanno bloccato tutto.

Il confronto di sabato non ci sarà e per ora sono ridotte al lumicino anche le chance che entro il 24 febbraio la sfida tv ci sia. Silvio Berlusconi avrebbe aperto alla presenza massima di 4 candidati, Ingroia incluso, escludendo Oscar Giannino e Beppe Grillo.

– Con tutti e 6 sarebbe un pollaio dove è impossibile fare emergere con chiarezza le posizioni – spiegano dal Pdl che, come unica subordinata al confronto tra big, ipotizzano una sfida 1 ad 1 in varie serate.

Il Pd, insieme ad Antonio Igroia e a Oscar Giannino, hanno gioco facile ad accusare il Cavaliere di aver paura del contraddittorio mentre a sua volta Paolo Bonaiuti gira la palla ai democratici, rei di ”cambiare opinione tutti i giorni” per evitare il match tv. Resta a disposizione di qualsiasi format Mario Monti che, spiega Mario Sechi, preferirebbe un confronto a tre ma è disponibile anche in ‘versione large’.

Nello scontro tra parti, finisce la commissione di Vigilanza Rai. Bersani la chiama in causa ricordando che ”quando c’erano le primarie, il confronto non l’ho fatto fra i favoriti perchè un conto sono i sondaggi e uno sono i voti”. E, secondo fonti democratiche, Berlusconi si sarebbe fatto scudo del regolamento della Vigilanza per sostenere che la sfida tv si fa tra leader di coalizione, che sono lui, Bersani, Monti e Ingroia, e non tra candidati premier.

La commissione, guidata da Sergio Zavoli, si tira però fuori dalla mischia precisando ”di non avere alcuna competenza, e quindi nessuna responsabilità, nella scelta dei format dei programmi di approfondimento per garantire il rispetto della ‘par condicio’ da parte della Rai”. Nel regolamento della bicamerale, infatti, non c’è traccia della sfida tra leader, a differenza del regolamento varato dall’Agcom per le tv private, nel quale un capitolo è dedicato al confronto tra candidati premier e si stabilisce che si debba assicurare parità di trattamento, anche in più trasmissioni.

La Rai, come anche Sky, per ora non demordono ma sembra molto difficile comunque a questo punto, anche in presenza di un’intesa, che si riesca a trasmettere la sfida per sabato prossimo su Rai1, come ipotizzato in un primo momento, pur essendo il format già pronto – tempi uguali per tutti e cronometro alla mano – con Bruno Vespa e il direttore del Tg1 Mario Orfeo a fare da moderatori.

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