Pronfondo rosso: la Borsa torna a crollare

ROMA  – Piazza Affari va a picco con il tonfo di Saipem e Seat. La Borsa di Milano ha chiuso in pesante ribasso del 3,36% una giornata nera che ha visto anche raffiche di sospensioni su Banco Popolare, Bpm, Finmeccanica e Monte dei Paschi (-9,46%). Flessione contenuta, invece, per le altre piazze europee con Francoforte (-0,47%), Londra (-0,25%), Parigi (-0,54%) e Madrid (-0,82%).

Tutt’altro il clima che si è respirato sul mercato del debito italiano: il Tesoro ha fatto ancora il pieno nell’ultima asta di fine mese con tassi Btp che ritornano sui livelli del 2010 anche sulle scadenze più lunghe. E il ritorno di capitali sui titoli periferici ha anche spinto l’euro sopra 1,35 dollari, ai massimi da dicembre 2011, mentre lo spread tra Btp e Bund ha viaggiato stabilmente sui 250 punti base per poi allargarsi sul finale e chiudere a 260 punti.

Via XX Settembre ha piazzato ieri tutti i 6,5 miliardi di Btp a 5 e 10 anni, riuscendo a spuntare i rendimenti più bassi dal 2010. Già l’altro ieri aveva messo in cassa tutti gli 8,5 miliardi di Bot semestrali con tassi ai minimi da marzo del 2010 replicando l’exploit del giorno prima con il collocamento di Ctz per 4 miliardi.

– Come già nelle aste precedenti – spiega Chiara Manenti, di IntesaSanpaolo – anche quella odierna (di ieri, ndr) testimonia il ritrovato appetito per una maggiore durata da parte degli investitori, non solo domestici ma anche esteri, con il tratto a 5 anni che continua a sovrastare le altre scadenze in termini di riduzione del rischio contro Bund.

Così – pur a fronte di una domanda non eccezionale (8,52 miliardi in tutto) – sul Btp quinquennale il rendimento medio è calato sotto il 3%, al 2,94% (dal 3,26% dell’asta di dicembre), e sul decennale è sceso al 4,17% dal 4,48% precedente. Livelli che non si vedevano dall’ ottobre del 2010. E, stando ai calcoli di IntesaSanpaolo, ”l’attuale livello dei rendimenti sul mercato primario, se mantenuto nel corso dell’anno, permetterebbe al Tesoro di ottenere un risparmio di interessi per circa 7 miliardi di euro rispetto a quanto indicato nell’aggiornamento al Def dell’autunno scorso (89 miliardi di euro)”.

Una ulteriore conferma del clima positivo è arrivata dall’asta tedesca di Bund a 30 anni: il tasso è salito al 2,45% dal 2,34% del 31 ottobre scorso, e la domanda ha raggiunto appena i 2,9 miliardi di euro contro un target massimo di offerta di 2 miliardi. E a diradare le nubi sulla crisi finanziaria dell’eurozona contribuisce in buona parte anche il rimborso anticipato da parte delle banche dei maxi-prestiti Bce.

Ieri si è aperta la prima ‘finestra’ utile e 278 istituti restituiranno a Francoforte 137 miliardi. La tedesca Commerzbank ha fatto sapere che rimborsa 10 miliardi, ma a sorpresa si fanno avanti anche le banche spagnole: Banco Popular restituisce 1,3 miliardi e, stando alle indiscrezioni raccolte da ‘El Pais’, in totale gli istituti iberici dovrebbero rimborsare 44 miliardi.

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